Per un pugno di euro, di Paolo Luparello

6 Settembre 2018 in Post ad hoc, Prima Pagina

Per un pugno di euro, di Paolo Luparello

Il mese di settembre 2018 è iniziato da qualche giorno e ancora non si hanno notizie della valutazione della relazione sulla performance della Regione Siciliana per il 2017 da parte dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), OIV che dovrà anche valutare l’operato dei dirigenti generali dei vari dipartimenti.

Questa è soltanto l’anteprima di quello che, purtroppo, diventerà una regola negli anni a venire per i quali il salario legato alla produttività del personale non dirigente e l’indennità di risultato per i dirigenti diventerà una vera e propria chimera.

La complessità della procedura prevista per il ciclo della programmazione dell’azione amministrativa e dalla proposta di sistema di misurazione e valutazione della performance, unitamente alla storica scarsa attenzione che i governi hanno dedicato alla misurazione e valutazione della propria azione politica condurranno al pressochè blocco di quella parte del salario legata al miglioramento della cosiddetta “performance” (prestazione).

Non solo i lavoratori di ogni ordine e grado rischiano di non poter più contare in tempi certi ed “europei” di quella che poteva considerarsi una sorta di quattordicesima, ma ironia della sorte verranno chiamati anche a un sovraccarico di lavoro determinato da tutti gli adempimenti connessi alla predisposizione del piano della performance e alla alimentazione del sistema di misurazione e valutazione, specialmente in assenza di idonei e formalizzati sistemi informativi. Quello che in altre regioni e nei ministeri viene effettuato grazie alla presenza di idonei sistemi informativi che supportano lo svolgimento della ordinaria attività lavorativa, nella Regione Siciliana comporterà la raccolta di informazioni e documentazione, la predisposizione di relazioni, estenuanti interlocuzioni con soggetti ai quali nulla interessa del merito delle attività produttive realizzate, il tutto nel quadro di un progressivo depauperamento delle risorse umane e un crescente carico di lavoro che grava sulle restanti risorse umane.

Ma siamo proprio sicuri che il gioco valga la candela e che ci si possa permettere di “sprecare” tempo di lavoro in attività di sicura importanza teorica ma di certa inutilità ai fini di ciò che gli uffici sono chiamati a produrre per la Sicilia e i siciliani?

Mi auguro che i prossimi rinnovi contrattuali trovino in sè idonei strumenti che consentano il diritto dei lavoratori a percepire il frutto del proprio lavoro in tempi ragionevoli e di non essere esposti a gogne “efficientiste” destinate a mortificarli.