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Incarichi ai beni culturali

Gennaio 6, 2021 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Il 28 dicembre 2020 è stato pubblicato un altro atto di interpello per la copertura della posizione di direttore di parco archeologico. Sono tre i parchi per i quali deve essere coperta la posizione e per il dettaglio vi rimando al link che segue … Atto di interpello … .

Su questo atto di interpello ho ricevuto alcune richieste di chiarimenti, nel mio ruolo di responsabile della dirigenza della Cisl-Fp Sicilia, e in particolare su due punti che vengono considerati delle “anomalie”.

La prima è relativa al fatto che l’atto di interpello è sottoscritto dall’assessore regionale ai beni culturali e I.S. e la seconda è che possono partecipare soltanto i dirigenti interni iscritti al RUD della Regione e in servizio presso l’assessorato beni culturali e I.S..

Riguardo la prima anomalia si deve prendere atto che l’assessore si muove nel rispetto del dettato di una legge del 2000, successiva alla legge 10/2000, secondo la quale, senza tenere conto della legge 10/2000, è all’assessore che viene data la competenza a nominare i direttori dei parchi. Si tratta di una norma che andrebbe “aggiornata” e ricondotta nell’alveo delle competenze del dirigente generale, al quale poi spetta, come recita l’atto di interpello, la contrattualizzazione del direttore del parco, alla stregua di un qualsiasi dirigente di struttura intermedia.

Riguardo la seconda anomalia posso comprendere la “ratio” di reclutare il futuro direttore tra chi ha maturato una specifica esperienza ma sarebbe stato più comprensibile declinare le competenze che il direttore deve possedere piuttosto che prevedere genericamente che presti servizio presso il dipartimento.

Proveremo a chiedere ragguagli all’assessore e al dirigente generale dei beni culturali e dell’I.S.

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Amministrazione creativa?, di Paolo Luparello, del 16 luglio 2019, martedì

Luglio 16, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Amministrazione creativa?

All’insegna della lotta alla burocrazia lumaca alla Regione Siciliana si attribuiscono gli incarichi dirigenziali prima ancora che gli uffici siano stati creati.


La nuova organizzazione degli uffici della Regione Siciliana entrerà in vigore il prossimo 1° agosto 2019, 15 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana come “suggerito” dal Consiglio di Giustizia Amministrativa. Ma alcuni dirigenti generali si sono portati avanti con il lavoro, non limitandosi soltanto alla pubblicazione dei cosiddetti atti di interpello e alla successiva proposta di incarico ai dirigenti che hanno fatto richiesta. In alcuni casi è stato anche chiesto di prendere servizio come responsabile del futuro ufficio in quello che ne rappresenta il passato, ancora attuale però fino al 31 luglio.
Qualcuno potrà sostenere che si tratta di anticipare di alcuni giorni e che si tratta di una “quisquilia”, altri, invece, potrebbero interrogarsi sul valore giuridico di questo modo di operare. Che valore ha un provvedimento amministrativo di un responsabile di un ufficio che ancora non esiste? Si può sottoscrivere un contratto dirigenziale di preposizione a un ufficio con data antecedente a quella di istituzione dell’ufficio stesso? Si, si tratta in fondo soltanto di alcuni giorni, ma si potrebbero creare i presupposti per dare da lavorare ai giudici per un tempo un po’ più lungo.

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Tempo di incarichi e forse di ripicche!di Paolo Luparello, 12 luglio 2019, venerdì

Luglio 12, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Tempo di incarichi e forse di ripicche!
di Paolo Luparello

Dal 1° agosto 2019 prenderà il via l’ennesima riorganizzazione degli uffici dirigenziali della Regione Siciliana.Questo comporterà passaggi di consegne, trasferimento di archivi, mobilità del personale, insediamento di dirigenti nei nuovi incarichi.In questi giorni i dipartimenti sono anche impegnati nella operazione di “pesatura” dei nuovi incarichi dirigenziali.

Nella generalità dei casi, molti incarichi, se non la quasi totalità, sono stati “pesati” al massimo, motivo per cui i dirigenti prossimi incaricati si aspettano di ricevere il massimo dell’indennità di posizione di parte variabile che per una struttura intermedia (area o servizio) è di poco superiore ai 23 mila € annui e per una unità operativa di base (anche di staff) è di poco superiore ai 15 mila € annui. Basterà il fondo per la contrattualizzazione della dirigenza a soddisfare tutti questi incarichi al massimo del valore di indennità?Probabilmente si in quanto il numero delle postazioni dirigenziali è di gran lunga superiore al numero dei dirigenti in servizio e si stima che entro la fine dell’anno un buon 30 % degli incarichi dirigenziali non potrà essere coperto e questa percentuale è destinata a crescere fino al 40% alla fine del 2020 in funzione del collocamento in quiescenza dei dirigenti che hanno maturato i requisiti per il “prepensionamento”.Il tema economico è certamente importante, per una categoria che attende oramai da oltre 14 anni il rinnovo contrattuale, ma altrettanto importante è poter svolgere il proprio incarico con il necessario supporto delle risorse umane necessarie per produrre i servizi per cui gli uffici sono stati istituiti. In tutti gli atti di interpello pubblicati “naturalmente” non si fa alcun riferimento alla dotazione di personale degli stessi e questo sarà un problema con il quale in molti dipartimenti, affetti da carenza cronica di personale, si dovrà fare i conti dall’insediamento.Altro problema che si troveranno ad affrontare un certo numero di dirigenti riguarderà la mancata proposta di un incarico nel dipartimento in cui si presta servizio e presso il quale si sono avanzate una o più candidature. Venuta meno la “famigerata” clausola di salvaguardia, alcuni dirigenti generali si stanno rendendo protagonisti in negativo non proponendo ad alcuni dirigenti, anche di servizio, incarichi e senza alcun avviso preventivo. Che dovranno fare i dirigenti ai quali non è stato proposto alcun incarico nel proprio dipartimento? Dovranno ricordare ai dirigenti generali “distratti” che l’articolo 49, comma 14, della L.r.9/2015 ha abrogato la clausola di salvaguardia prevista dal CCRL per l’area della dirigenza 2002-2005 ma continua a imporgli l’obbligo del conferimento di un incarico.La Cisl Fp fornirà tutto il supporto possibile affinchè questa ennesima riorganizzazione non si trasformi in una “notte dei lunghi coltelli” nella quale far valere vendette e ripicche che nulla hanno a che fare con i principi di correttezza e buon andamento della Pubblica Amministrazione.Restiamo a disposizione di quei colleghi che dovessero avere necessità di assistenza e comunque ne parleremo all’assemblea del prossimo 26 luglio.
Paolo Luparello, responsabile per l’area della dirigenza della Cisl-Fp Sicilia

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E “riorganizzazione” sia alla Regione Siciliana. Approvato il regolamento che riduce, ma non troppo, le postazioni dirigenziali

Giugno 28, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Con la deliberazione 239 del 27 giugno 2019 la Giunta di Governo ha approvato il “Regolamento di attuazione del Titolo II della legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19. Rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali ai sensi dell’articolo 13, comma 3, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3. Modifica del Decreto del Presidente della Regione 18 gennaio 2013, n. 6 e successive modifiche e integrazioni – Approvazione”. (Per acquisire la Delibera di Giunta clicca QUI )

Una volta che il Presidente della Regione avrà firmato il Decreto presidenziale e lo stesso sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale potrà essere avviato l’ennesimo enorme giro di giostra che ogni due o tre anni interessa gli uffici della Regione Siciliana, con una buona parte dei dirigenti coinvolti in un cambio di incarico all’interno dello stesso dipartimento o presso altri.

La Regione disegnata dal nuovo regolamento sarà la Regione che serve ai siciliani e alle imprese? La speranza è l’ultima a morire ma il prodotto realizzato dopo una lunga gestazione difficilmente potrà rendere più efficienti gli uffici. Perchè? Perchè la Regione disegna una amministrazione con 1255 postazioni dirigenziali facenti capo ai 28 dipartimenti regionali quando in servizio dispone di meno di 1200 dirigenti dei quali, almeno un centinaio, sono impegnati negli uffici di gabinetto, negli uffici speciali, nelle diverse “autorità”, nel Fondo Pensioni, in altre posizioni di comando o in aspettativa. E ogni giorno che passa qualche dirigente viene posto in quiescenza a un ritmo che vedrà il numero dei dirigenti scendere sotto il migliaio entro la fine dell’anno e a circa 800 entro la fine del 2020. Alla fine del 2020 poco meno della metà degli uffici dirigenziali non potrà essere coperto e così come mancheranno i dirigenti mancheranno anche i dipendenti delle altre categorie, almeno dove servono.

La “nuova” organizzazione della Regione non ha infatti fatto venire meno quelle che in tanti registrano come “anomalie” di uffici dalle dotazioni organiche pletoriche, ma anche male assortite per tipo di personale presente, senza avere rivisitato il loro ruolo, alla luce di una amministrazione digitale e di supporto trasversale a diversi dipartimenti.

In sostanza si è scelto di non scegliere e di lasciare che in alcuni dipartimenti ci saranno centinaia di dirigenti e in altri uno sparuto gruppo.

A questo punto potrà essere soltanto il nuovo contratto collettivo regionale di lavoro per l’area della dirigenza a provare a riequilibrare una organizzazione che sembra sempre più disorganizzata!

A questo punto è verosimile che nel mese di luglio verranno pubblicati tutti gli atti di interpello e dal 1° agosto partirà la nuova organizzazione e i nuovi incarichi. Va da se che si dovrà procedere alla ripesatura di tutti gli incarichi dirigenziali!

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Riorganizzazione uffici regionale. Si concerta, del 5 marzo 2018, martedì

Marzo 5, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Oggi si è tenuto il secondo incontro di concertazione sulla rimodulazione degli uffici dei dipartimenti regionali.

Era il turno dei dipartimenti dell’ASSESSORATO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA, DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA.

L’incontro con il dirigente generale del dipartimento agricoltura è stato rinviato a data da destinarsi a seguito della indisponibilità dello stesso. Si sono tenuti regolarmente gli incontri con i dirigenti generali dott. Candore, del dipartimento sviluppo rurale, prima, e dott. Cartabellotta, del dipartimento pesca, dopo.

Nella qualità di responsabile dell’area della dirigenza della Cisl Fp Sicilia è stato il primo incontro al quale ho partecipato.

Prima di svolgere il mio intervento in presenza del dott. Candore, ho avuto modo di seguire gli interventi dei colleghi di altre sigle quali Sadirs, Cgil, Siad, Dirsi. Ognuno di essi ha rappresentato, anche attraverso la produzione di contributi scritti, una o più proposte di modifica della proposta di riorganizzazione. Proposte consistenti nella ridefinizione delle competenze di alcune uob, soprattutto degli uffici provinciali, o nella revoca della soppressione di unità operative. Qualcuno ha anche lamentato la previsione di strutture intermedie (aree o servizi) senza uob, come se questo potesse rappresentare un elemento di assoluta gravità.

Nel mio intervento per la Cisl-Fp Sicilia ho manifestato tutta la mia amarezza di fronte al metodo e al merito di questa “concertazione”.

Riguardo al metodo va segnalato che:

  • i dirigenti generali dei dipartimenti della funzione pubblica e della Segreteria Generale hanno delegato la loro presenza a dirigenti del proprio dipartimento, che pur avendo tutta la stima della nostra sigla hanno “ridotto” il significato di questi incontri
  • la concertazione prevista dal ccrl vigente prevede che la stessa si svolga in trenta giorni per ogni singolo dipartimento mentre quella che ci troviamo a svolgere assicura poco di 60 minuti nella migliore delle ipotesi
  • non è chiaro se le proposte avanzate dalle oo.ss. dovessero essere accolte dovranno passare attraverso un nuovo apprezzamento da parte dell’organo politico (presidente o assessore a seconda del dipartimento), facendo emergere che sarebbe stato opportuno effettuare queste concertazioni presso ciascun dipartimento nell’arco degli scorsi mesi

Riguardo al merito va segnalato che:

  • i materiali trasmessi alle oo.ss. non sono stati rielaborati e non è stato fornito nessun quadro d’insieme in grado di permettere lo svolgimento di una analisi generale sulla nuova organizzazione degli uffici della Regione Siciliana e per rispondere a domande del tipo:
    • distribuzione territoriale delle strutture intermedie, prima e dopo la riorganizzazione
    • distribuzione territoriale delle unità operative di base, prima e dopo la riorganizzazione
    • dotazione organica dei nuovi uffici sulla base del piano triennale dei fabbisogni elaborato sulla base dell’attuale assetto e gap rispetto alla dotazione attuale
    • dimensione della produzione di servizi dei diversi uffici (quali procedimenti curano, quanti ne curano), prima e dopo la riorganizzazione
    • numero di uffici dirigenziali attuali, post riorganizzazione, numero incarichi dirigenziali attuali, postazioni destinate a rimanere scoperte sulla base del numero dei dirigenti attualmente in servizio e di quello al 31.12.2020
    • destinazione del personale degli uffici non più di livello dirigenziale presenti a livello subprovinciale e modalità di eventuale coordinamento a distanza se le sedi verranno comunque mantenute
    • nella descrizione delle competenze di molti uffici dirigenziali si è arrivati a un livello di dettaglio tale che si potrebbe credere che norme non indicate nel funzionigramma non saranno trattate dall’ufficio
  • l’organizzazione di ogni dipartimento non risponde alla logica di prevedere strutture omologhe in ciascun dipartimento in cui siano presenti uffici di backoffice con attività trasversali e di supporto a tutti gli uffici e uffici di linea chiamati a svolgere le attività che rappresentano la mission del dipartimento (per esempio ci si attenderebbe che ogni assessorato possa essere dotato di una area servizi generali con le stesse competenze in ciascun assessorato, così come gli uffici destinati al monitoraggio e controllo dei fondi extraregionali potrebbero essere creati sempre a livello assessoriale; la creazione di uffici dalle competenze omogenee in ogni assessorato permetterebbe ai dirigenti una mobilità più virtuosa tra i vari assessorati, assicurando la necessaria continuità amministrativa)

In mancanza di un quadro generale della situazione pre e post rimodulazione degli uffici, la Cisl Fp Sicilia ha provato a ricostruirlo sulla base della documentazione fornita e in modo, purtroppo, molto parziale, senza il livello di dettaglio necessario (distribuzione provinciale e sub provinciale).

Emerge una situazione a dir poco imbarazzante per cui a seguito del “taglio” delle postazioni dirigenziali ne rimarrebbero disponibili nei 28 dipartimenti 1237 (426 intermedie e 811 uob) a fronte di 1201 dirigenti in servizio al 1.1.2019 e che si ridurranno a poco più che 800 al 31.12.2020. Da tenere inoltre conto che oltre i 28 dipartimenti regionali esistono altre 14 strutture quali il Fondo pensioni Sicilia, le autorità regionali per l’Audit, la Certificazione e l’Innovazione tecnoclogica e altri 8 uffici speciali, e naturalmente i 13 uffici di gabinetto, presso i quali prestano servizio un numero consistente di dirigenti quantificabile in circa un centinaio.

Sulla base di queste elementari valutazioni e tenuto conto che nei documenti prodotti non si fa alcun riferimento al piano triennale dei fabbisogni di personale né alla dimensione della produzione di servizi che i dipartimenti sono chiamati a offrire sulla base della vigente normativa di settore, si può affermare che l’Amministrazione non sta permettendo alle oo.ss. di dare il proprio contributo nel disegno di una macchina burocratica che serve.

Per la Cisl Fp ho anche affermato che le risposte alla dirigenza non vanno date sul piano della organizzazione degli uffici ma attraverso il riconoscimento economico dei diversi livelli di responsabilità attraverso lo strumento del contratto collettivo regionale di lavoro.

Ho infine concluso l’intervento facendo presente che anche la Cisl Fp metterà in evidenza eventuali incongruenze che dovesse riscontrare nei documenti proposti su sollecitazione degli “addetti ai lavori” ma ho anche ribadito che si sta rischiando di perdere una ennesima occasione per fornire alla Regione Siciliana quello che realmente le serve, una macchina amministrativa efficiente ed efficace, sempre che questo lo voglia anche il Governo regionale.

Dipartimento Sviluppo Rurale: il dott. Candore prenderà in considerazione le proposte avanzate dalle oo.ss. in ordine alle competenze di alcune uob, tra queste anche la attribuzione della materia relativa alla faunistico venatoria.

Dipartimento pesca: il dott. Cartabellotta ha fatto presente che la uob di Licata non verrà soppressa. Per il resto la proposta di riorganizzazione è stata apprezzata da tutte le sigle sindacali.

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Il percorso non è facile ma noi non ci arrendiamo!, di Paolo Luparello, del 25.02.2019, lunedì

Febbraio 25, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Resoconto del secondo incontro per il rinnovo del ccrl 2016 2018 dell’area della dirigenza della Regione Siciliana

Alle 15,30 di oggi 25 febbraio 2019 si è tenuto il secondo incontro per il rinnovo del ccrl 2016 2018 dell’area della dirigenza della Regione Siciliana.

Per l’Aran Sicilia era presente il direttivo al completo (Gallo, Cibin, D’Appolito).

L’incontro ha avuto come oggetto i primi 13 articoli della bozza di contratto che l’Aran Sicilia aveva consegnato alle OO.SS, nell’incontro del 18 febbraio u.s.

L’esame dell’articolato si è interrotto al quinto articolo avente per oggetto il nuovo istituto del “confronto” allorquando da parte dell’Aran Sicilia si è fatto presente che l’aggiunta dei criteri sul mutamento e la revoca degli incarichi dirigenziali non poteva essere presa in considerazione nelle more della definizione dell’omologo contratto collettivo nazionale per le funzioni centrali e della “promulganda” legge delega del ministro Bongiorno che potrebbe portare profonde “innovazioni” in materia di dirigenza.

A seguito delle rimostranze avanzate dalla Cisl-Fp, alle quali hanno fatto seguito quelle delle altre sigle sindacali, il presidente Gallo ha fornito al tavolo due importanti elementi di riflessione. Il primo elemento di riflessione è che la contrattazione andrà avanti su tutti i temi contrattuali senza preclusioni, salvo la necessità di chiedere al Governo un supplemento di direttiva che entri nel merito dei temi avanzati dalle OO.SS, e il secondo è che la volontà dell’Aran Sicilia è quella di giungere quanto prima possibile alla chiusura del ccrl tanto che ha fornito al tavolo una prima proiezione degli aumenti medi a regime.

Per la Cisl Fp ho manifestato un apprezzamento per le aperture dell’Aran Sicilia anche se ho ritenuto poco conducente rendere pubbliche tali proiezioni quando la chiusura del contratto appare ancora troppo distante, con il rischio che tali cifre possano comportare, anche se a ristoro di 14 anni di blocco contrattuale, una reazione controproducente da parte dell’opinione pubblica.

Per la Cisl Fp ho ribadito quanto rappresentato nel corso della riunione precedente e cioè che le cifre devono essere rese pubbliche quando sarà chiara l’impostazione del progetto del nuovo contratto collettivo che dovrà essere coerente con la riorganizzazione degli uffici dirigenziali dei dipartimenti, con il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance e, possibilmente, anche con le ipotesi di riorganizzazione della dirigenza regionale, in modo da far comprendere che finalmente si sta guardando all’Amministrazione regionale del futuro nell’ottica di darle efficienza ed efficacia non in funzione soltanto delle aspettative del personale ma coniugando queste con le esigenze di funzionalità dei suoi uffici e di produzione dei servizi attesi.

Il presidente Gallo ha apprezzato i contenuti dell’intervento della Cisl Fp è ha preannunciato che entro domani trasmetterà alle OO.SS., un secondo blocco di articoli della bozza di ccrl per i quali si dovranno mandare le osservazioni entro il prossimo venerdì primo marzo, con possibile riconvocazione del tavolo per il 4 marzo p.v..

Il percorso non è facile ma noi non ci arrendiamo!

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Si comincia, a proposito del rinnovo del contratto della dirigenza, del 18.02.2019, lunedì

Febbraio 18, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Oggi è stata finalmente incardinata la contrattazione per l’area della dirigenza che ci dovrà condurre al rinnovo contrattuale atteso da 14 anni.

L’Aran Sicilia ha sottoposto alle OO.SS. presenti un primo documento con la bozza dei primi 13 articoli di quello che dovrà diventare il CCRL 2016-2018 per l’area della dirigenza.Gli articoli sono relativi alle disposizioni generali del Titolo I e alle relazioni sindacali del Titolo II.Nel consegnare questa prima bozza, l’Aran Sicilia, nella persona del suo presidente, avv. Accursio Gallo, ha ipotizzato la metodologia di lavoro che intende seguire per giungere alla definizione del contratto, consistente in successivi invii di ulteriori bozze di parti del contratto mano a mano che gli uffici dell’Aran Sicilia le vanno predisponendo e rispetto alle quali le OO.SS. dovranno far pervenire le proprie osservazioni che verranno discusse in incontri appositamente convocati.

La Cisl Fp ha fatto presente che pur riconoscendo l’importanza di ogni articolo del contratto, c’è una categoria di lavoratori, i dirigenti della Regione e degli Enti, che attendono da 14 anni questo rinnovo contrattuale e non si può iniziare la contrattazione dai temi che certamente non hanno la priorità nelle loro attese.

La Cisl Fp ha chiesto quindi che vengano affrontati prioritariamente i temi relativi al trattamento economico, al conferimento e alla durata degli incarichi, alla natura degli incarichi e altre questioni di maggiore cosenza per la categoria.Ma ciò sul quale la Cisl Fp ha cercato di attirare l’attenzione è il fatto che il nuovo CCRL non può essere considerato una mera formalità con la quale “adeguarci” al contratto nazionale, ma uno strumento di fondamentale importanza per provare a dare una sterzata positiva all’Amministrazione regionale.

La Cisl Fp ha infatti manifestato tutta la propria preoccupazione  per l’attenzione che i diversi soggetti istituzionali stanno mostrando nella costruzione dei tre pilastri su cui si fonda una buona amministrazione, il CCRL, la organizzazione dei suoi uffici, il sistema di misurazione e valutazione della performance. E’ come se i tre temi (“pilastri”) fossero distinti e indipendenti l’uno dall’altro e non è così.

Non si può costruire un contratto senza avere contezza sulla organizzazione degli uffici regionali e sul numero di dirigenti che serviranno e di quelli che invece ci sono, così come il contratto regionale non può non tenere conto delle peculiarità della Regione per quanto riguarda il numero dei dirigenti e la natura degli incarichi che si rendono necessari al di là della convinzione che esistono soltanto incarichi gestionali e non anche professionali.

La Cisl Fp ha quindi chiesto che il Presidente dell’Aran Sicilia si faccia parte diligente nei confronti del Presidente della Regione e dell’Assessore alla Funzione pubblica affinchè il contratto collettivo tenga conto della riorganizzazione degli uffici e del sistema di misurazione e di valutazione della performance, e viceversa, in modo da contribuire a un processo virtuoso che possa determinare una valorizzazione di tutte le professionalità interne della Regione, siano esse dirigenti sia del comparto non dirigenziale, e permettere alla Regione di fornire i servizi che gli utenti chiedono.

La Cisl Fp ha fatto presente che vorrebbe che il prossimo contratto avesse cuore e avesse mente e che facesse trasparire in maniera evidente il progetto di Regione che il Governo intende realizzare, progetto alla definizione del quale la Cisl Fp intende partecipare attivamente.

La Cisl Fp si è riservata di produrre in tempi brevissimi un documento di proposte concrete che auspica possano essere discusse nel corso dei prossimi incontri e ha chiesto all’Aran Sicilia di calendarizzare i prossimi incontri a ritmo serrato dando un tempo entro il quale si conta di chiudere il contratto, siano 60 o 90 giorni, ma che siano un impegno per dare una risposta quanto più immediata possibile alla categoria.

Il Presidente dell’Aran Sicilia si è detto disponibile a calendarizzare gli incontri e nel corso della prossimo incontro, verosimilmente il prossimo 25 febbraio, si è impegnato a stabilire un calendario che dimostri l’attenzione fino a oggi mancata nei confronti della categoria.
Siamo fiduciosi!

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Siamo condannati all’ottimismo, a proposito delle prossime scadenze sindacali, di Paolo Luparello

Febbraio 3, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Le prossime settimane potrebbero essere importanti per i dirigenti della Regione Siciliana. Potrebbero partire due importanti tavoli di confronto, uno sul rinnovo contrattuale atteso da circa 14 anni e un altro sulla riorganizzazione degli uffici dei dipartimenti regionali.

L’auspicio è che non si ripeta quanto è successo per il confronto sul sistema di misurazione e valutazione della performance, sistema attraverso il quale dirigenti e non dirigenti si vedranno valutati al fine di poter accedere al salario accessorio legato alla performance, alias i risultati raggiunti dagli uffici. Nonostante l’impegno profuso dalle organizzazioni sindacali, con in testa la Cisl-Fp, nel tentativo di rendere il sistema meno astruso e più facile da applicare, le osservazioni rappresentate al tavolo sono state tradotte dal Governo in una richiesta di mera semplificazione senza tenere conto delle osservazioni di merito che avrebbero semplificato si il sistema ma che lo avrebbero anche reso più comprensibile a chi sarà chiamato ad applicarlo nei diversi dipartimenti e soprattutto a chi ne subirà l’attuazione e cioè i lavoratori di ogni ordine e grado, per esempio anche gli operatori che accolgono gli utenti all’ingresso degli uffici.

Nella definizione del sistema di misurazione e di valutazione della performance non c’è stata capacità di ascolto, ci si è arroccati sulla difesa di un elaborato autoreferenziale gradito, a quanto pare, negli ambienti del controllo (CdC?) senza tenere in alcuna considerazione l’impatto sulla attività degli uffici sia in fase di programmazione e riprogrammazione, sia in fase di rendicontazione. Un sistema che non serve per migliorare ma solo per dimostrare che si fa qualcosa e dispiace che non si riesca invece a fare qualcosa che migliori realmente la performance complessiva degli uffici in termini di rapidità e di piena utilizzazione delle risorse finanziarie ricorrendo ai pochi, ma funzionanti, sistemi informativi in uso piuttosto che mettendo in campo sistemi informativi per il controllo di gestione che fanno poco e che quel poco che fanno nulla ha a che vedere con il controllo di gestione.

Sulla riorganizzazione degli uffici dei dipartimenti non ci facciamo grandi illusioni. Dalle anticipazioni dei giornali si comprende che anche questa volta si è guardato soltanto ai numeri delle strutture, quante aree e servizi e quante unità operative di base si sono tagliate.

Speriamo di essere smentiti e attendiamo con curiosità il lavoro svolto dagli uffici della Segreteria Generale. Potremmo scoprire che finalmente ogni dipartimento è stato disegnato in modo che le funzioni comuni a tutti i rami di Amministrazione siano state attribuite ad analoghe strutture, che in ogni dipartimento sia stata prevista una struttura deputata all’innovazione tecnologica in grado di dialogare fattivamente con le strutture deputate alla realizzazione della tanto agognata amministrazione digitale, che siano state previste le tanto attese economie di scala riconducendo attività comuni a tutti i diversi uffici a strutture a ciò deputate, che i servizi di “linea” siano stati chiaramente individuati non attraverso una sterile ed “ermetica” descrizione dei riferimenti normativi ma attraverso una descrizione che sia comprensibile alla diversa utenza. Potremmo scoprire che il numero delle aree, dei servizi e delle unità operative di base sia stato dettato non dalla “prolissità” della declaratoria delle funzioni ma dai dati di produzione degli stessi (numero di procedimenti o di processi e quantità di prodotti tecnico amministrativi realizzati nel recente passato e previsti per l’immediato futuro, dotazione organica degli stessi all’attualità e in un auspicato futuro, e altri “driver” del genere).

Non vorremmo trovare anche a questo tavolo incapacità di ascolto, come se da questo lato del tavolo venissero portate delle mere istanze di tutela degli orticelli di qualche iscritto e non il disegno di una Amministrazione in grado di funzionare avendo chiaro il progetto che è chiamata a realizzare. Ricordiamo che a questo tavolo non si “contratta”, cioè il sindacato non ha capacità di interdizione, ma si “concerta”, cioè al termine del confronto l’Amministrazione può riassumere la propria posizione rimanendo dell’idea che aveva prima di sedersi al tavolo, rinunciando anche a quelle idee e a quei suggerimenti che potrebbero migliorare il progetto portato al tavolo di confronto. Speriamo che non sia così.

E poi ci potrebbe essere il tanto atteso e agognato tavolo negoziale che ci dovrà portare alla sottoscrizione del contratto collettivo regionale di lavoro per il triennio 2016-2018 dopo un blocco di circa 14 anni.

Noi abbiamo le idee chiare su ciò che vogliamo, un recupero del potere d’acquisto, una ristrutturazione delle voci della retribuzione, un sitema di tutela del percorso professionale compiuto dai dirigenti, un sistema di regole trasparenti nella attribuzione degli incarichi, il riconoscimento della importanza di incarichi individuali di alta professionalità al di là della direzione di strutture di ogni ordine e grado, una durata degli incarichi dirigenziali coerente con i progetti e i programmi da realizzare unitamente alla esigenza di “ricostruire” il senso di appartenenza ai diversi uffici in cui si articola l’Amministrazione regionale.

Speriamo che dall’altro lato del tavolo si incontri una controparte in grado di interpretare una “visione” di ciò che serve per il futuro della Sicilia e che la tornata negoziale non sia vista come una mera faccenda “di conti e di 0,…”.

Siamo condannati all’ottimismo.

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Creazione di un network sindacale, di Paolo Luparello

Febbraio 1, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Cari amiche e amici,è mia intenzione continuare a tenervi informati sulla attività sindacale che svolgo quale responsabile dell’area della dirigenza per la CISL-FP Sicilia, attività che comporta in particolari giorni l’invio anche di più messaggi nel corso della stessa giornata attraverso Whatsapp.Nella considerazione che di recente ho ricevuto qualche critica di troppo , a mio modo di vedere gratuita, intendo limitare l’invio delle mie comunicazioni soltanto a chi le considera utili ed è disposto a un confronto civile e basato su argomentazioni oggettive. Chi vorrà continuare a ricevere le mie comunicazioni di carattere sindacale tramite Whatsapp è invitato a farmelo sapere (inviando il proprio numero mobile a fedro.luparello@gmail.com ), tutti gli altri saranno eliminati dalla lista di distribuzione a carattere sindacale.Faccio presente che chiunque abbia un profilo Facebook potrà comunque prendere visione di quanto comunico consultando la pagina o il gruppo  Facebook “Luparello CislFP”.Grazie a tutti per la pazienza e agli iscritti per la fiduciaCordialmente

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La protesta ai tempi dei social, di Paolo Luparello, del 20 gennaio 2019, domenica

Gennaio 20, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Oltre che pubblicare post sui principali social (Facebook, Twitter e Linkedin) ho una lista di distribuzione di Whatsapp attraverso la quale raggiungo circa 400 colleghi dirigenti.

Naturalmente ho anche modo di incontrare di persona molti colleghi dirigenti e non, ma devo dire che le principali interazioni in materia sindacale avvengono tramite social.

In ordine di tempo l’ultimo post che ho “immesso” nel sistema social di cui sopra è “Non più di 15 minuti, poi in piazza!, di Paolo Luparello, del 19 gennaio 2019, sabato” (raggiungibile al linkhttp://www.perchenosicilia.org/2019/01/20/non-piu-di-15-minuti-poi-in-piazza-di-paolo-luparello-del-19-gennaio-2019-sabato/) con il quale invito a prepararsi a una mobilitazione per sollecitare la definizione del contratto collettivo regionale di lavoro per l’area della dirigenza.

Il post ha sortito alcune immediate risposte.

Qualcuno mi ha fatto presente che non ritiene appropriato per la categoria fare manifestazioni e mi pare di capire che ritiene che il sindacato non abbia utilizzato gli strumenti a sua disposizione per costringere la controparte al tavolo negoziale, non mi ha però scritto quali sarebbero questi strumenti, proverò a chiederglielo.

Qualcuno mi ha scritto che si sente preso per i fondelli e che verosimilmente ci saremmo dovuti incatenare da qualche parte fino a che l’Aran Sicilia non fosse stata costretta a sedersi al tavolo negoziale che si sarebbe dovuto svolgere parallelamente a quello del comparto non dirigenziale. Ho spiegato nel post sopra segnalato i motivi per cui non si è potuto procedere e ho anche scritto che adesso possiamo dire che la pazienza è finita, ma se qualcuno vorrà farmi compagnia sono anche disposto a incatenarmi.

Diversi altri hanno condiviso quanto scrivo nel post di cui sopra e ciò mi lascia ben sperare per il seguito della faccenda che ci riguarda, almeno relativamente alla condivisione del percorso che vogliamo intraprendere.

Alcune considerazioni sulle quali ognuno potrà fare le riflessioni che meglio crede.

Prima considerazione. In una nave il comandante è l’ultimo ad abbandonare la nave in caso di naufragio. Che ci piaccia o no i dirigenti sono i comandanti di questa flotta che si chiama Regione Siciliana. Da comandante di una piccola navicella di questa flotta non mi sentirei a posto se prima pensassi a me e poi a chi mi permette di svolgere la mia funzione.

Seconda considerazione. Continuando con la metafora del comandante, non è facile per chi esercita il comando dover ricorrere a manifestazioni di piazza per far valere un proprio diritto. Chi esercita il comando si aspetta che i propri bisogni siano immediatamente percepiti dalla proprietà (dal “Governo”) con la quale si lavora a diretto contatto e ci aspetterebbe che si creassero le condizioni affinchè non si costringano i propri più diretti collaboratori alla protesta. Purtroppo così non è e anche i dirigenti sono costretti alla protesta, di malavoglia.

Terza considerazione. Quale è la forma di protesta più gradita ai dirigenti?

Quella più gettonata in assoluto è la “minaccia” al sindacato del ritiro della delega. Non sono pochi quelli che credono che sia il sindacato a frapporre ostacoli alla soluzione della questione. Se ci riflettete un attimo vi rendete conto della assurdità della cosa ma così è e in un Paese di dietrologi non è facile toglierlo dalla testa a qualcuno.

Altra forma di protesta è il sit in. Non siamo ancora allo sciopero ma consente di “contarsi” e di far vedere la forza dei numeri della categoria che protesta. Soluzione cui faccio riferimento nel post sopra citato. E’ un modo per far vedere a chi si trova nelle stanze del Governo quale è il livello di insoddisfazione. Di solito ha un buon livello di partecipazione anche perchè non ci si rimette un euro.

Dopo il sit in passiamo allo sciopero. Qui si paga. Qui, cioè, ci si rimettono dei soldi. Se si ricorre allo sciopero chi protesta fa capire che si è passato il segno. Il livello di partecipazione allo sciopero dipende dal grado di insoddisfazione della categoria. Ci sono quelli che a uno sciopero di un giorno non partecipano perchè sostengono che non è efficace e che ritengono che uno sciopero efficace deve durare più giorni, fino allo sblocco della vertenza. A parte la normativa che regolamenta il diritto di sciopero, e che non permette di proclamare uno sciopero a oltranza, domanderei ai colleghi chi è in grado di perdere anche per un solo mese una parte significativa del proprio stipendio?

Mentre riflettevo su queste considerazioni mi è venuta in mente un’altra forma di protesta, silenziosa ma che potrebbe arrivare direttamente a chi ha responsabilità di governo. Potremmo indossare durante il nostro tempo di lavoro un distintivo con su riportato “2008”, l’anno dal quale siamo senza contratto collettivo. Sarebbe un modo per far notare a presidenti, assessori, dirigenti generali, deputati regionali, utenza e umanità varia, che i dirigenti della Regione Siciliana attendono qualcosa e la attendono da troppo tempo.

E tu, a che categoria di “protestante” appartieni?

da fedro

Non più di 15 minuti, poi in piazza!, di Paolo Luparello, del 19 gennaio 2019, sabato

Gennaio 20, 2019 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Non più di 15 minuti, poi in piazza!, di Paolo Luparello

Il contratto collettivo regionale di lavoro per il triennio 2016-2018 del personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana è in dirittura di arrivo. Probabilmente mancano ancora uno o due incontri e verosimilmente si potrà giungere alla firma. Il contratto non riuscirà a risolvere tutte le questioni poste sul tappeto ma le affronterà nelle cosiddette “code contrattuali” permettendo da un lato di dare una risposta economica ai lavoratori in linea con quanto ottenuto dal resto del pubblico impiego nazionale e dall’altro avere più tempo per affrontare le più spinose, tra le quali quella della riclassificazione.

Oserei dire “ben fatto”!

E per noi cosa c’è?

Per “noi” intendo i dirigenti, che oramai dal 2001 anche in Sicilia, alla Regione Siciliana, abbiamo una separata area di contrattazione e quindi un separato contratto collettivo di lavoro per l’area della dirigenza.

Tanti colleghi mi hanno compulsato, chiedendomi cosa fare per far muovere anche la contrattazione per l’area della dirigenza e io, in linea con le rassicurazioni della segreteria regionale della mia sigla sindacale, la CISL-FP, ho rassicurato che anche il c.c.r.l. Per l’area della dirigenza si farà. I soldi ci sono e non avvisto “criticità” in grado di rendere particolarmente difficoltosa la contrattazione.

Abbiamo atteso. Abbiamo atteso perchè all’ARAN Sicilia sono pochi e non potevano seguire due contrattazioni in parallelo (dirigenza e comparto). Abbiamo atteso perchè le direttive del Presidente della Regione indicano di ispirarsi al contratto statale, contratto che ancora non c’è ma che sembrava lì lì per arrivare. Abbiamo atteso perchè siamo una categoria di lavoratori che non ama fare le barricate.

Quanto tempo siamo disposti ad aspettare l’avvio della contrattazione per l’area della dirigenza dopo la firma del ccrl del comparto non dirigenziale?

Io penso che 15 minuti, il tempo delle strette di mano, siano più che sufficienti per chiedere una immediata convocazione del tavolo negoziale.

Dopo oltre 10 anni senza contratto collettivo credo che sia legittimo dare priorità agli aspetti economici e se ci fossero aspetti giuridici particolarmente complessi sarebbe ragionevole attendersi che possano essere affrontati in sede di “code contrattuali”.

Se le strette di mano dovessero prendere più di 15 minuti e se l’Aran Sicilia dovesse affrontare le code contrattuali del comparto non dirigenziale prima di avviare e definire il ccrl dell’area della dirigenza, credo che dovremo essere pronti a far valere i nostri diritti a partire da una prima manifestazione di insoddisfazione sotto i balconi di Palazzo d’Orleans!

da fedro

Si comincia, di Paolo Luparello, del 15.09.2018, sabato

Settembre 15, 2018 in Prima Pagina, Sindacato da fedro

Si comincia, di Paolo Luparello, del 15.09.2018, sabato

A proposito dell’incontro del 14 settembre 2018 con l’ARAN Sicilia per i rinnovi contrattuali 2016-2018

A distanza di quasi un decennio riprende la “stagione” contrattuale.

L’incontro convocato dal nuovo direttivo dell’ARAN Sicilia è stato voluto da quest’ultimo per cominciare a prendere confidenza con le problematiche del mondo del lavoro della Regione Siciliana e per conoscere le organizzazioni sindacali con le quali si dovranno confrontare a breve.

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