Speriamo che il PRRR non si trasformi da piano di ripresa in una pernacchia!
Il 19 novembre 2020 la Giunta regionale della Regione siciliana ha apprezzato, con la deliberazione 550, il Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza.
Il nome è intrigante e la curiosità mi ha spinto a cercare di saperne di più.
In pratica il PRRR (che come acronimo non suona molto bene) è il piano con il quale la Regione avanza una serie di proposte progettuali per spendere la parte del Recovery Fund che spetterà (?) alla Sicilia, oltre il 9,56 % delle risorse, pari a circa 20 mld di € sui circa 209 mld di €, anche se nel documento allegato alla deliberazione la somma dei progetti raggruppati nelle sei missioni del programma ammonta a 26,4 mld di €.
Nonostante le linee guida fornite dalla cabina di regia nazionale, a leggere i progetti, che ci si appresta a definire nel dettaglio, non sembrano far parte di un programma organico ma piuttosto un insieme di idee, in alcuni casi magari più che idee, frutto dei desiderata dei diversi rami di amministrazione. Nella elaborazione del PRRR sembra che siano state coinvolte alcune grandi aziende nazionali presenti in Sicilia (Enel Italia S.p.A., Terna S.p.A. Ferrovie dello Stato italiane S.p.A. ed Eni S.p.A.) e i vari dipartimenti regionali. Nessuna traccia di un eventuale confronto con le parti sociali o con le organizzazioni di categoria ne con le stesse autonomie locali.
Non sappiamo quante risorse effettivamente arriveranno in Sicilia, ma indipendentemente dai progetti che alla fine vedranno la luce quello che mi domando è quale sarà il ruolo degli uffici dell’Amministrazione regionale e se in tempi brevi si penserà di dotare gli stessi delle professionalità che servono. Abbiamo alle spalle quasi 40 anni di programmazione di fondi comunitari e sappiamo come è andata fino a oggi, anche quando i dipendenti erano più di 20 mila. Chissà se qualcuno ha le idee chiare su come potremo affrontare il PRRR e il problema delle professionalità non riguarderà soltanto la Regione ma anche le amministrazioni locali regionali nel momento in cui saranno stazioni appaltanti.
Speriamo che il PRRR non si trasformi da piano di ripresa in una pernacchia!
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