Lettori e libri, prima puntata, del 26 aprile 2019, venerdì

Aprile 26, 2019 in Lettori e libri

Prima puntata di Lettori e libri … Paolo Luparello presenta Tempo di regali di Patrick Leigh Fermor. Conduce Renato Magistro, con la partecipazione di Adele Musso. Video Shoot e Video Editing Stefano Piazza Fotografia

Dalla LE.I.MA. – Legatoria Industriale Magistro ” Lettori e libri – il piacere della lettura” presenta “Tempo di regali” di Patrick Leigh Fermor, il diario di un viaggio incredibile da Londra a Costantinopoli di un giovane che giunto alla meta capirà che uomo vorrà essere.

Tempo di regali, di Patrick Leigh Fermor

Tempo di regali, di Patrick Leigh Fermor, il libro proposto da Paolo Luparello

Il commento che segue è stato curato da Agostino Marrella

TEMPO DI… VIAGGI

La trilogia di Patrick Leigh Fermor (1915-2011) “Tempo di regali , “Tra i boschi e l’acqua” e “La strada interrotta” (volume postumo, quest’ultimo, e curato da Artemis Cooper), narra lo straordinario viaggio di un diciottenne britannico – l’Autore stesso – che fra il 1933 e il 1935 da Londra lo vedrà arrivare a Costantinopoli, e oltre, attraversando un confine marittimo e sette terrestri e toccando svariate località (Rotterdam, Mannheim, Ulm, Vienna, Brno, Praga, Esztergom, Budapest, Arad, la Transilvania, , le Porte di Ferro, Sofia, Bucarest, Varna, il Mar Nero… Costantinopoli).

Tali opere – di cui la prima vede la luce nel 1977, cioè a distanza di quarantadue anni dai fatti – sono senza dubbio ascrivibili al genere della letteratura da viaggio, ma esse sono assai di più che una semplice elencazione di luoghi, fatti e persone, giacché il Fermor perse gran parte degli appunti che aveva preso durante il tragitto, cosicché il suo “andare a memoria” diviene – quasi necessariamente, potremmo dire – un’operazione di “tengo-scarto”, nonché, ex post, di ricerca storica; ricerca storica – soprattutto attinente alle creazioni artistiche e architettoniche – che consente all’Autore di rinvigorire i suoi ricordi con puntuali e ricche notazioni relative ai luoghi visitati.

Ed è proprio la “postproduzione” che rende la trilogia fermoriana – o, meglio, i primi due volumi autografi – oltremodo pregevole, innalzandola dalla mera diaristica ad un più compiuto valore letterario mediante la rielaborazione, anche psicologica, di quanto vissuto; il che se, forse, per un verso, fa velo al più asettico realismo, da un altro dà quella caratura e quella cifra stilistica che rendono la trilogia in questione meritevole del tempo occorrente per la sua lettura.

Né la vita di Fermor fu “avventurosa” soltanto fra il ’33 e il ’35. Ma ciò, il Lettore, se lo vuole, potrà “scoprirlo” da sé.