Non ci sottraiamo al confronto ma chiediamo fatti! Resoconto dell’incontro del 17 giugno 2021 con l’assessore alla funzione pubblica Zambuto

Giugno 17, 2021 in Post ad hoc, Prima Pagina

Non ci sottraiamo al confronto ma chiediamo fatti!

Resoconto dell’incontro del 17 giugno 2021 con l’assessore alla funzione pubblica Zambuto

Oggi pomeriggio si è tenuto un incontro con l’assessore alla funzione pubblica Zambuto e la dott.ssa Madonia, dirigente generale della funzione pubblica avente per oggetto il contratto della dirigenza.

Sulla base delle richieste avanzate nella scorsa riunione l’assessore e la dg hanno esordito ipotizzando un cronoprogramma dei tempi di approvazione del ccrl dirigenza 2016-2018 che prevede una risposta alle osservazioni della Corte dei Conti entro il 30 giugno 2021 e la definizione della sua esigibilità entro ottobre 2021. Entro la stessa data si stima che potrà essere esitata la riorganizzazione dei dipartimenti. La definitiva approvazione del ccrl 2016-2018 consentirebbe anche di rivedere le indennità di parte variabile bloccate dal 2002 in sede di contrattazione integrativa presso l’Aran Sicilia.

Siamo ancora alle ipotesi, naturalmente, che si potranno realizzare se tutti i prossimi passaggi saranno rispettati e di fronte alla domanda di avanzare proposte per il “nuovo nuovo” ccrl 2019-2021 ci siamo trovati in difficoltà in quanto è difficile ipotizzare delle innovazioni rispetto a un contratto abbondantemente scaduto senza ancora essere entrato in vigore.

Nonostante ciò abbiamo fatto presente che ci confronteremo con i nostri iscritti per acquisire ogni utile suggerimento da proporre per un “nuovo nuovo” contratto.

Ci siamo limitati ad anticipare che riteniamo necessario individuare dei meccanismi di copertura di tutte le postazioni dirigenziali senza fare ricorso all’interim, sia che si tratti di incarichi di dirigente generale sia di dirigente di strutture intermedie, e nel caso in cui si dovesse ricorrere all’interim questo va adeguatamente remunerato in termini di indennità variabile e non soltanto di risultato.

Abbiamo inoltre rappresentato che le indennità di parte fissa e di parte variabile devon essere rivisitate, così come va prevista la possibilità che incarichi di tipo professionale possano essere remunerati alla stregua degli incarichi gestionali e non considerati incarichi residuali.

Abbiamo infine affermato che non vorremmo soltanto discutere di aspetti economici e normativi e che a un tavolo di confronto ad hoc vorremmo confrontarci su un progetto di Regione, di come e cosa dovrà fare, da oggi al 2030, per non andare troppo in là nel tempo. Un orizzonte temporale entro il quale moltissimi dirigenti saranno già in quiescenza ma che prima di allora vorrebbero contribuire a buttare le basi per una nuova Regione anche perchè da oggi ad allora altre riorganizzazioni interverranno e queste non devono consistere in un mero taglio di postazioni ma indirizzate a un reale efficientamento della macchina amministrativa.

Per garbo istituzionale vogliamo credere alle parole dei nostri interlocutori e chiediamo a voi di segnalare ogni aspetto che riterrete utile che venga inserito nel “nuovo nuovo” ccrl 2019-2021.

Resta il fatto che “Il contratto è un diritto” e a oggi questo diritto ci è stato negato, unico comparto a livello nazionale.

Di che pasta siamo fatti noi dipendenti della Regione Siciliana?, del 01.09.2013, domenica

Settembre 1, 2013 in Post ad hoc, Prima Pagina

Alle volte mi domando di che pasta siamo fatti noi dipendenti della Regione Siciliana.

Negli ultimi anni abbiamo subito di tutto.

Non c’è testata giornalistica che non ci dipinga come classico esempio di inefficienza e di spreco, come una casta di privilegiati.

Fino a circa un ventina di anni fa essere un dipendente della Regione aveva ancora i suoi vantaggi, oggi l’unico vantaggio è quello di uno stipendio, non certo da favola, a fine mese e di questi tempi non è poco.

La considerazione, anzi la non considerazione, di noi in quanto lavoratori è andata sempre più diminuendo e al contempo sono continuati a crescere i miti sui nostri stipendi e sui “benefits” di cui ancora godremmo (nessuno).

E in effetti come può credere l’opinione pubblica e gli stessi “addetti ai lavori” (politici e amministratori) che i dipendenti della Regione soffrono la crisi tanto quanto tutti gli altri cittadini se nonostante i tagli dei propri redditi non hanno alcun cenno di reazione?

Si è arrivati al punto di sentir dire a un presidente della Regione che nel suo Ente c’è “manciugghia”, lasciando intendere che una parte dei dipendenti ricorrono a forme “integrative” del proprio reddito utilizzando la propria posizione all’interno dell’Ente (in termini tecnici si chiama concussione e corruzione, roba per la quale si applica il codice penale!).

Quale è stata la reazione dei dipendenti della Regione di fronte al taglio di parte del rinnovo contrattuale del biennio economico 2008-2009 del personale del comparto non dirigenziale? (Il rinnovo valeva circa un 3% del reddito)

Quale è stata la reazione dei dipendenti della Regione di fronte al taglio del rinnovo contrattuale dei due bienni economici 2006-2007 e 2008-2009 del personale del comparto dirigenziale? (Il rinnovo valeva circa un 8% del reddito)

Quale è stata la reazione dei dipendenti, sia dirigenti che non dirigenti, della Regione di fronte al blocco della contrattazione collettiva dal 2010 al 2012 e adesso fino al 2014, come nel resto d’Italia? (Per la cronaca, il blocco della contrattazione per gli anni 2010, 2011 e 2012 costa a ogni dipendente, rispettivamente, il 2,1, il 3,6 e l’1,2 % del proprio reddito!)

Ma a quanto ammontano in termini di soldi in busta paga questi mancati rinnovi?

Secondo un articolo comparso sul quotidiano on line LeggiOggi lo scorso 27 agosto, il mancato rinnovo contrattuale del triennio appena trascorso ha comportato una perdita di reddito pari a 3675 € per un dipendente il cui stipendio lordo annuo era di 25 mila … per capire quanto perderete a regime fate le debite proporzioni in base al vostro reddito.

Nel caso dei dirigenti della Regione la perdita è ancora più significativa atteso che facciamo i conti anche con il mancato rinnovo dei contratti del periodo 2006-2009, contratti bloccati soltanto per i dipendenti dell’Ente Regione Siciliana ma riconosciuti a tutto il resto dei lavoratori della P.A. che applicano i contratti nazionali.

Di qui a breve mancheranno cumulativamente dalle tasche dei dipendenti della Regione svariate migliaia di euro, sicuramente più di quanto mancheranno dalle tasche dei dipendenti delle altre Pubbliche Amministrazioni!

E di fronte a tutto ciò perchè i dipendenti della Regione Siciliana accettano silenti?

Perchè hanno redditi “integrativi” come qualcuno sospetta?

Perchè già possiedono stipendi da centinaia di migliaia di euro?

Perchè hanno uno spiccato senso della realtà e di fronte alla crisi dilagante preferiscono accettare senza protestare?

Perchè sono solidali e preferiscono rinunciare a parte del proprio reddito per far destinare quei soldi al precariato siciliano che presenta delle “peculiarità” delle quali anche lo Stato dovrà tenere conto?

Io so soltanto che la categoria dei medici ha già effettuato una giornata di sciopero e si appresta a proclamarne altre se a settembre non riceverà risposte sui contratti 2010-2012 e sullo “sblocco” del 2013-2014 … e faccio presente che i medici sono tutti inquadrati come dirigenti nel contratto della sanità!

Torno a domandarmi … ma di che pasta siamo fatti noi dipendenti della Regione Siciliana?

 

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