Essere siciliano non significa essere mafioso ed essere islamico non significa essere terrorista., del 15.07.2016, venerdì

15 Luglio 2016 in Noi la pensiamo così, Prima Pagina

Essere siciliano non significa essere mafioso ed essere islamico non significa essere terrorista.

Di Paolo Luparello

No. Non toglierò l’amicizia a chi si lascia andare a uno sfogo contro tutti gli arabi o contro tutti gli islamici in quanto ritenuti tutti una cosa e fondamentalmente assassini e turbatori della nostra tranquillità. Non la toglierò non perchè condivida i loro sfoghi ma perchè si tratta in molti casi di amici che per gran parte della quotidianità sono persone timorate di Dio e che non immagino che si cimenteranno mai negli stessi gesti che oggi condannano. Non posso dire altrettanto per gli amici degli amici che leggendo certe affermazioni (da un po’ di tempo la Fallaci va di moda), e se non dotati del necessario equilibrio mentale posseduto dai miei amici, potrebbero passare alle vie di fatto. Mi dispiace quindi che i miei amici si lascino andare a certi sfoghi, un giorno potrebbero essere considerati cattivi maestri.Luparello e chinotto ai Cantieri

In questi ultimi tempi ho mutato il mio atteggiamento nei confronti dell’immigrazione che stiamo conoscendo dalle parti del Mediterraneo. Se l’Europa non è in grado di garantire una esistenza dignitosa ai tutti i suoi cittadini (alcuni dei quali poi finiscono preda della follia omicida del terrorismo organizzato) come possiamo immaginare di accogliere tanti disperati che andranno a ingrossare le fila dei disperati contribuendo ad acuire le tensioni sociali?

Se i paesi europei non sono in grado di ascoltare i messaggi che provengono dalle fila dei propri cittadini meno abbienti e che lottano contro la povertà, la propria povertà, non pensano che nuove schiere di uomini e donne i cui sogni di benessere potrebbero trasformarsi in incubi, o comunque in niente di meglio da ciò da cui sono fuggiti, potrebbero rappresentare una pericolosissima bomba sociale?

Mi fa piacere che alcuni capi di Stato siano per l’accoglienza senza se e senza ma, ma mi piacerebbe pure capire cosa fa credere loro che il problema sociale e di sicurezza che avvertono tanti cittadini è soltanto un falso problema sobillato dai soliti demagoghi della paura. Se lo hanno già spiegato mi piacerebbe che qualcuno mi indicasse dove posso trovare queste spiegazioni.

Io non credo che reazioni del tipo “tutti a casa”, nel senso di rimpatriare milioni e milioni di immigrati di prima generazione, e magari di seconda, di terza e così via, di origine araba o di fede islamica sia una buona soluzione. Qualcuno crede veramente che ogni arabo o islamico sia un potenziale terrorista, pronto a uccidersi e uccidere in nome di Dio? Se fosse così, perchè stanno aspettando a farci fuori? Se ogni “terrorista” uccidesse tutti quelli che incontra per la strada utilizzando anche i sistemi più disparati che usano i delinquenti di casa nostra (a Palermo è sufficiente uno scooter o un’auto) quante vittime mieterebbe questa strage in un solo giorno?

Dietro ogni “arabo” o “islamico” non si nasconde un terrorista, così come dietro ogni “siciliano” non si nasconde un mafioso. Abbiamo soltanto bisogno di una società che ascolti e che si faccia carico dei meno fortunati. Le idee sanguinarie non nascono tra i diseredati. Tra i diseredati si può trovare la manovalanza criminale che le menti del terrore possono governare a loro piacimento, e le menti del terrore non sono estranee agli affari. Prima di pensare a rimpatri o deportazioni di massa proviamo a smettere di fare affari sporchi di sangue e proviamo a realizzare una società più giusta.

No, non togliero la mia amicizia sui social network ai miei amici, se loro vorranno togliermela si accomodino pure ma vorrà dire che non sono miei amici e non lo sono mai stati.