Uccidere, di Paolo Luparello

Ottobre 15, 2023 in Post ad hoc, Prima Pagina

Uccidere, di Paolo Luparello

Perché uccidere? 

Per difendere la propria vita o la vita di qualcuno che rischia di perderla? 

Solo in un episodio improvviso e senza la consapevolezza di averlo premeditato potrei ammettere l’uccisione di qualcuno. 

Può considerarsi l’omicidio una azione in grado di restituire qualcosa al suo autore?

No. 

Uccidere è la peggiore azione di cui un essere umano si può macchiare e lo fa retrocedere al livello degli animali carnivori che uccidono le prede per rispondere a un bisogno primario.

Ma l’uomo quale bisogno primario può soddisfare attraverso l’omicidio?

Qualsiasi cosa si possa ottenere attraverso un omicidio, come si può continuare a vivere nella consapevolezza di aver tolto la vita a qualcuno?

Ognuno di noi ha una coscienza. Una entità con la quale costantemente ci si confronta e che costituisce esattamente il nostro essere. Puoi riuscire a convivere con essa soltanto se c’è una esatta identità tra ciò che sei nell’intimo, nella coscienza, e ciò che ti mostri agli altri.

Assistendo a cosa sono capaci di fare alcuni essere umani sei portato a credere che ci sono coscienze e coscienze e c’è anche la possibilità che alcuni non abbiano alcuna coscienza con la quale fare i conti in quanto incapaci di dialogare con se stessi e quindi capaci di compiere qualsiasi gesto frutto del momento e dell’istinto primordiale.

La coscienza di cui parlo ha una durata limitata e dura quanto dura la vita, oltre la quale non esiste più nulla. 

Si deve decidere come vivere la propria vita. Vivendo in pace con ciò che ti circonda, serenamente, o vivendo nell’odio.

Finché si vivrà nell’odio non ci sarà rispetto per la vita e l’odio è l’unica azione che troppi essere umani sanno praticare. Odio che viene vissuto da troppi esseri umani spesso senza esserne consapevoli. Troppi sono i comportamenti di tanti essere umani che giornalmente alimentano l’odio, ogni qualvolta si rinuncia all’ascolto, ogni qualvolta ci si scaglia contro qualcuno, ogni qualvolta si rinuncia a essere umani, ogni qualvolta si vuole ferire, ogni qualvolta si vuole dimostrare l’inferiorità dell’altro. 

Troppi sono i comportamenti che mirano a scavare solchi o ad alzare muri, e ogni volta che operiamo in questo senso aumentiamo la carica di odio di questa nostra società.

Io non so quanto vivrò, so soltanto che finché vivrò vorrò essere in pace con la mia coscienza e mai vorrò che anche la mia uccisione possa diventare oggetto di odio e quindi di vendetta. 

La morte è la destinazione finale di ognuno di noi e la vita, breve o lunga che possa essere, deve essere vissuta nel qui e ora all’insegna della pace e della felicità cercando di soddisfare i bisogni elementari e non quelli di un modello che ci vogliono imporre che serve soltanto a rendere sempre più ricchi pochi e sempre più schiavi tutti gli altri.

Brevi riflessioni su alcune deliberazioni del Governo regionale, di Paolo Luparello, del 13.01.2019, domenica

Gennaio 13, 2019 in Delibere di Giunta, Prima Pagina

4, 11 e 13. No, non sono una indicazione per chi ama il gioco del lotto, sono tre delibere del 2019 approvate lo scorso 3 gennaio dalla Giunta di Governo della Regione Siciliana che meritano qualche riflessione.

Con la deliberazione n.4 il Governo ha deciso di eliminare la riduzione del budget per la contrattualizzazione dei dirigenti in servizio presso gli uffici di gabinetto, misura che era stata adottata dal precedente governo in clima di spending review. Si tratta di un incremento del 10 % che di questi tempi non sono pochi, rispetto a un ben più spartano 3,48% destinato al rinnovo contrattuale della dirigenza (2016-2018) del quale si sono però perse le tracce!   Per leggere la deliberazione clicca QUI 

Con la deliberazione n.13 il Governo ha approvato la modifica del funzionigramma dell’Ufficio speciale dell’Autorità di certificazione, modifica che invece per gli uffici della Regione Siciliana prevede un iter ben più complesso e al quale da diversi mesi lavorano i dipartimenti della Segreteria generale e della Funzione pubblica. Visto che si parla tanto di semplificazione perchè il Governo non propone una modifica della legge rinunciando al regolamento per la modifica del proprio funzionigramma che di fatto ingessa l’Amministrazione e la costringe alla creazione di uffici speciali per fronteggiare a importanti esigenze tecnico amministrative, oltre che determinare incertezze sulla continuità degli incarichi dirigenziali finchè non viene definito l’iter?   Per legge la deliberazione clicca QUI

E veniamo alla deliberazione n.11, una deliberazione che sarà destinata ad avere refluenze sulla vita lavorativa di tutti i lavoratori della Regione Siciliana, sia dirigenti sia non dirigenti. Con questa deliberazione, nonostante alcuni incontri interlocutori con le organizzazioni sindacali alle quali non è stata comunicata la conclusione del “confronto”, viene approvato il nuovo “Sistema di misurazione e valutazione della performance”, sistema al quale dovranno essere collegati sia l’erogazione del salario accessorio legato alla performance (indennità di risultato per i dirigenti e piano di lavoro per i non dirigenti) sia le eventuali progressioni di carriera o l’attribuzione degli incarichi. A dire il vero in confronto con le organizzazioni sindacali un effetto lo ha sortito ed è stata accolta la pressante “semplificazione” del sistema che era stato inizialmente proposto. Il documento si presenta adesso più leggibile e comprensibile ai più (almeno dopo 3 o 4 letture a seconda del QI del lettore, il mio è evidentemente basso), anche se un paio di confronti in più con le organizzazioni sindacali avrebbero permesso di superare alcune incongruenze ancora presenti nel documento approvato. Personalmente continuo a non condividere la logica del “muoia Sansone con tutti i filistei” e cioè l’aver legato la valutazione del personale del comparto, anche “dell’ultimo operatore”, e di ciascun dirigente, anche il destinatario del più banale degli incarichi di studio, alla valutazione della Regione Siciliana nel suo complesso, praticamente una squadra di decine di dipartimenti e migliaia di dipendenti uniti in una unica valutazione. Incomprensibile poi l’attesa per conoscere i risultati della valutazione, 30 giugno dell’anno successivo a quello di valutazione, dovendo attendere che tutti i dipartimenti rendicontino la loro attività. Invito tutti a leggere il documento! Poi magari ne parliamo.   Per leggere la deliberazione clicca QUI

Fino a ieri solo noi siciliani avevamo una chiara immagine di chi fosse Crocetta, oggi ce l’ha tutta l’Italia! del 24.07.2015, venerdì

Luglio 24, 2015 in Contributo

Fino a ieri solo noi siciliani avevamo una chiara immagine di chi fosse Crocetta, oggi ce l’ha tutta l’Italia!

 

di Paolo Luparello

Da siciliano spero che la Sicilia riesca a venir fuori dalla situazione tragica in cui si trova. Tragica dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale.
Quando lo spread dell’Italia raggiunse alcuni anni fa un livello “stratosferico” e inconcialibile con la tenuta del nostro debito pubblico, Silvio Berlusconi “passò” la mano e venne messo in campo un governo che, nel bene o nel male, addrizzò la rotta.
Oggi anche in Sicilia servirebbe qualcosa di analogo. Non ci sono gli strumenti giuridici per nominare una sorta di commissario e quindi l’unica soluzione è quella delle elezioni.
Perchè Crocetta deve dimettersi?
Crocetta per primo “propone” con notevole frequenza le motivazioni per le quali i suoi nemici chiederebbero le sue dimissioni e in queste sue “proposte” c’è di tutto … l’unica cosa che lui non propone ed è sicuramente l’unica per la quale dovrebbe dimettersi è che non sa governare, non ha nessuna cognizione del funzionamento della macchina burocratica e del bilancio regionale, non è stato in grado di mettere insieme una squadra di governo capace e in grado di supplire alle sue enormi deficienze cognitive.
Qualcuno dirà … ma quali politici possiedono queste capacità e competenze? Obiettivamente pochi, ma quello che è certo è che lui non le possiede e che la situazione siciliana non si può permettere altri due anni e più senza un governo stabile e autorevole.
La vicenda della presunta telefonata Tutino-Crocetta della quale 4 Procure siciliane su 9 hanno dichiarato di non averla agli atti si sta trasformando in un assist formidabile per Crocetta che nonostante i tanti motivi per i quali si deve dimettere gli permetterà di rafforzare la sua leadership ammantandolo del ruolo di martire della macchina del fango. Ma si tratta realmente di un assist?
Se oggi Crocetta si fosse dimesso avrebbe potuto gridare al mondo intero la sua innocenza e denunciare l’infernale macchinazione che lo voleva stritolare “mediaticamente”, abbandonando la nave “Regione Siciliana” che già a fine anno subirà i primi verdetti relativi, per citare i principali, alla chiusura dei programmi comunitari 2007-2013 e i bilanci regionali 2016 e 2017.
Crocetta avrebbe potuto prendere le distanze da tali risultati snocciolando la solita teoria di voci sconclusionate che ha citato anche oggi nel suo discorso all’ARS, davanti a un pubblico verosimilmente obnubilato dal torrido clima di questi giorni, almeno a sentire le repliche di alcuni deputati, e avrebbe fatto il suo solito figurone … e nel frattempo lui avrebbe potuto anche ottenere un qualche incarico di quelli sempre pronti per personaggi senza arte ne parte e ai quali i partiti sono usi assicurare un pezzo di pane con annessa salumeria.
E invece no! I poteri forti e occulti, interessatissimi a una Regione sull’orlo del precipizio, sono stati sconfitti e Crocetta il combattente ha vinto la sua battaglia. Anche Renzi, che oggi avrebbe incontrato Raciti, il segretario regionale del PD, sembra essersene fatto una ragione e lo ha invitato a governare … se ne è capace! Il clamore mediatico suscitato dai fratelli Borsellino, figli del magistrato martire della mafia Paolo Borsellino, sarà riassorbito dalla solita palude che tutto ingoia e insabbia.
Dopo la pantomima di oggi all’ARS, i grotteschi personaggi che l’hanno recitata si esibiranno nei soliti riti (vertici di maggioranza, agenda delle riforme, poltrone da assessori, nomine varie) di sempre e a noi non resta che attendere la fine dell’anno per avere i primi verdetti sulla capacità di spendere i soldi degli investimenti pubblici e sulla capacità di chiudere i bilanci regionali con le coperture necessarie. Aspettiamo.
Quindi Crocetta ha vinto, per ora, e il suo cerchio magico potrà mostrare ancora più arroganza di quella fin qui esibita. Ma Crocetta in quanto uomo ha vinto anche lui? In questa settimana abbiamo visto un uomo in preda a qualcosa di molto simile a una crisi di isterismo, un uomo che piange di fronte ad accuse che lui dovrebbe sapere per certo essere false, un uomo che dice di avere pensato al suicidio (Perchè? Un combattente?) e di avere pure trovato un modo per farlo ma che non lo dice per evitare emulazioni, un uomo che rilascia interviste e si lascia filmare dando dimostrazione di una personalità poco istituzionale, un uomo che si lamenta dei meccanismi del potere mediatico quando altri lo usano su di lui e dimentica di come lui ha utilizzato gli stessi meccanismi nei confronti di altri.
Fino a ieri solo noi siciliani avevamo una chiara immagine di chi fosse Crocetta, oggi ce l’ha tutta l’Italia!

Amo le stelle … in altri termini … chi vive di luce propria!, del 23.07.2015, giovedì

Luglio 23, 2015 in Contributo

Amo le stelle … in altri termini … chi vive di luce propria!
di Paolo Luparello

Premessa. Odio la falsità e l’impostura.                       Paolo a Marina di Cottone

Se qualcuno si candida per una carica, la cosa che mi interessa sapere è se quel candidato è in grado di esercitare il ruolo per il quale si candida. Se sia di sinistra o di destra, se sia bianco o nero, se sia religioso o laico, se sia salutista o sedentario … e altre amenità simili, la cosa mi lascia quasi indifferente.
A vedere invece chi viene eletto alle cariche pubbliche sembra che la maggior parte delle persone si disinteressano delle capacità, della autorevolezza, delle qualità oggettive possedute e ci si lascia irretire dagli specchietti, dalle collanine, dalle figurine. A quanto pare non è soltanto una consuetudine dei nostri tempi. E’ una consuetudine dei periodi di decadenza delle società.
Oggi in Italia e ancor di più in Sicilia stiamo vivendo un periodo di lenta e inarrestabile decadenza. Decadenza economica, decadenza sociale e anche decadenza morale.
Non tutta la società però risulta ottenebrata. Il popolo elettore ha dato dei segni di voglia di riscatto. Ha permesso che formazioni e movimenti politici di nuova costituzione raccogliessero consensi importanti … non tanto però da invertire la rotta della decadenza. Di questo sono consci anche i partiti “tradizionali” i quali fanno ricorso sempre più spesso a delle icone … icone dello sport … icone dell’impresa … icone del volontariato … icone del sindacato … icone dell’antimafia … icone di quello che vi pare … specchietti per le allodole!
Quante di queste icone si sono rivelate degli amministratori e dei governanti in grado di amministrare bene e di operare per il bene comune? Quante di queste icone sono state messe in grado di realizzare quello che sanno fare? Quante di queste icone sono state utilizzate, e si sono fatte utilizzare, come burattini?
Le cronache siciliane di questi giorni ci stanno dando ampia prova del periodo di decadenza che stiamo vivendo. Gli interessi e le velleità di singoli attori vengono anteposti al bene comune della intera comunità siciliana. Personaggi incapaci sotto tutti i punti di vista riescono a tenere in scacco l’intera comunità. E’ come se sotto i nostri occhi si stesse giocando una interminabile partita di scacchi tra due avversari che non sanno giocare a scacchi!
Mentre nel mondo, non tanto distante da noi, si compiono stragi e si rapiscono nostri connazionali, e nella nostra stessa Sicilia il dramma della povertà interessa più di un milione di siciliani, i nostri figli sono costretti a emigrare e la politica siciliana non riesce ad assicurare la realizzazione degli investimenti pubblici che servono (e per i quali ci sono anche i soldi, ma che vengono malamente spesi), il dibattito politico è bloccato sul protagonismo di individui che hanno fatto dell’arte di apparire vera e concreta sostanza.
L’altra sera solo poco più di una ventina di uomini e donne ha risposto all’appello di andare sotto il palazzo del potere siciliano per chiedere un gesto di amore (leggi “DIMISSIONI”) da parte della figurina di turno … troppo pochi per essere notati.
Sera dopo sera dovremo trovare la forza di schiodarci dalle nostre poltrone e dalle nostre tastiere e ripetere la richiesta di un gesto di amore (leggi “DIMISSIONI”) da parte della figurina di turno. Non una rivoluzione ma una presenza amorevole che senza slogan e senza barricate faccia capire che il popolo sa distinguere tra stelle e pianeti … oggi alla Sicilia servono stelle che vivono di luce propria!
Lo capiranno?

Riflessioni del viandante … 27 giugno 2015, di Paolo Luparello

Giugno 27, 2015 in Contributo, Prima Pagina

Paolo Maratona di Sicilia 2015

Le riflessioni di un viandante

L’estate è oramai esplosa e le abitudini si adeguano alla stagione. Se ne parlerà nella seconda metà di settembre a riprendere le camminate su per Montepellegrino … chiacchierando del più e del meno con chi gradirà la mia compagnia. Io continuerò le mie riflessioni e di tanto in tanto le posterò sul blog e anche su Facebook … a beneficio di chi non vuole staccare la spina e che anche durante questi mesi si vorrà gravare di questa pena.

Oggi primo bagno di sole e di mare stagionale. Il mare di Mondello era stupendo questa mattina. Una località che non ho mai frequentato per il mare e che invece merita veramente, per di più a pochi chilometri da casa. Dopo il bagno mi sono voluto concedere anche una corsetta ristoratrice e contro tutte le regole del buon senso ho corso dalle 13,15 alle 14,30 … ce l’ho fatta ma non emulate! Come ho più volte scritto la corsa è il momento durante il quale riesco a riflettere e ad approfondire questioni che in altri momenti non riesco a mettere a fuoco. Due sono le cose sulle quali oggi si sono concentrate le mie riflessioni. Una più filosofica e una più politica.

Partiamo da quella filosofica. Spesso mi trovo a riflettere sulle sensazioni che mi provocano incrociare delle persone che possono essere uomini o donne, adulti o bambini … persone che non appartengono a una categoria specifica. Naturalmente sono soltanto mie sensazioni ma incrociare queste persone mi fa provare una grande tristezza e riesco a scrollarmi di dosso questa tristezza soltanto razionalizzando il fatto che il mio “incrocio” è come una istantanea scattata in un frangente ma che nulla mi può dire sul prima e sul dopo di quel momento. La tristezza deriva dalla sensazione che queste persone che incontro mi sembrano vivere un disagio tra ciò che sono e ciò che vorrebbero essere, tra l’essere lì, soli, che camminano quando dovrebbero avere al loro fianco qualcuno al quale tengono o che li faccia sentire importanti. Spesso certi sguardi sono determinati dalla stanchezza, dalla contrarietà del momento, chissà! Oggi poi riflettevo sul fatto se queste persone, noi tutti, viviamo una vita che merita di essere vissuta. Una vita nella quale ci sono persone che tengono a noi e che ci apprezzano per quello che siamo e non per ciò che possiamo rappresentare. Persone nella vita delle quali riusciamo a portare un briciolo di poesia, di buon umore, di attenzione. Spesso provo tristezza perchè in certi incontri fugaci non riesco a cogliere qualcosa del genere. Chissà se succede anche a voi.

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Passiamo alle riflessioni di politica. Riflessioni che naturalmente sono dettate dalle recenti vicende del governatorato Crocetta. Oramai si è perso il numero degli assessori e delle versioni dei governi Crocetta. Staccarsi da una poltrona sappiamo che è cosa difficilissima e pochi sono coloro che sono passati alla storia per tale atto eroico. Crocetta sembra essere fortunato anche in questo e nel suo governo oramai si spreca il numero degli eroi … anche per una notte … assessori dei quali non si è avuto il tempo di vedere asciugarsi l’inchiostro sul decreto di nomina. Nelle ultime 48 ore poi addirittura due assessori di peso (Funzione pubblica e Agricoltura) hanno gettato la spugna, uno fiaccato dalle estenuanti trasferte da Siracusa a Palermo ai tempi del crollo del viadotto dell’autostrada Palermo Catania, l’altro da patente di indesiderato affibbiata a una new entry nel governo Crocetta. In queste 48 ore Crocetta ha mostrato un decisionismo apprezzabile … dimenticando forse che è a capo di una coalizione un po’ malmessa che non si sa fino a che punto gradisce certe fughe. Ma non è dei nomi e dei cognomi e dei padrini e della massoneria che riflettevo mentre correvo. Riflettevo sul senso di assumere un incarico come quello di assessore sapendo di far parte di una compagine governativa che non è propriamente una orchestra diretta da un maestro quanto piuttosto un gruppo di musicanti, di alcuni dei quali non si comprende bene quale strumento suonino, diretti da un posteggiatore … un po’ abusivo per giunta! Quale è il progetto che un assessore può portare avanti in questo contesto? Potrà fare la voce grossa in Giunta? Sulla base di che … di quale consenso personale … di quale partito politico? Un assessore in una tale situazione può limitarsi a un profilo basso … bassissimo … limitarsi a percepire un discreto appannaggio, a realizzare qualche iniziativa che non richieda eccessivo concerto con altri assessori e men che meno con il presidente, a vivere alla giornata insomma. E’ di questo che ha bisogno la Sicilia … e i siciliani? … e mentre riflettevo su questo la app del mio smartphone che segue i miei allenamenti mi segnalava che ero arrivato … anche alla fine delle mie riflessioni!

Alle prossime riflessioni!

Riflessioni del viandante … 20 giugno 2015, di Paolo Luparello

Giugno 22, 2015 in Contributo, Prima Pagina

Riflessioni del viandante, del 20.06.2015Paolo Maratona di Sicilia 2015

Tra maggio e giugno Siracusa acquisisce un ulteriore fascino. Mi riferisco alle rappresentazioni delle tragedie nella stupenda cornice del Teatro greco. Non sono un amante del teatro, ma questo appuntamento è un po’ tante cose. Il confronto con temi antichi ma sempre attuali, il piacere di godere del fascino di uno spettacolo che affonda le sue origini a quando la Sicilia era qualcosa di altro ed era la terra di uomini di valore, la curiosità di osservare un pubblico vario e cosmopolita dai tanti dialetti e dalle tante lingue che raggiunge questo luogo come fosse un salmone che ritorna nei luoghi di riproduzione. Ma non vi voglio narrare delle tragedie o recensire la loro edizione … se il pubblico torna ogni anno, sempre più numeroso, è segno che la qualità di ciò che viene messo in scena soddisfa. Vi voglio parlare del contorno del venire a Siracusa per le tragedie. Dopo tanti anni che uno viene a Siracusa ha avuto modo di visitare tutte le bellezze di questa città. La grande area archeologica (questa estate visitabile di sera con l’illuminazione artificiale e con ingresso libero … un mare di gente la sera del 19 giugno!), le diverse catacombe, le chiese, le latomie, i castelli (o quel che ne rimane), la Galleria Bellomo, e naturalmente il Museo archeologico Paolo Orsi. Quest’ultimo museo lo avevo visitato tanti e tanti anni fa e ne ricordavo poco o nulla. Negli ultimi anni avevo provato a visitarlo ma è stato chiuso per un certo periodo per lavori di ristrutturazione. Quest’anno sono riuscito a visitarlo. Camminare per i suoi “settori” ti da l’idea di che cosa è stata Siracusa e la Sicilia nel passato, da quello più antico di milioni e milioni di anni fa a pochi secoli prima di Cristo. Verosimilmente grazie a una figura mitica come quella di Paolo Orsi, il museo raccoglie oggi una collezione di reperti provenienti da ogni angolo della Sicilia. Il museo probabilmente costituisce per studiosi e archeologi una fonte ricchissima. E quanto più mi rendo conto della immensità del valore di questo museo quanto più vengo colto da un senso di malinconia. Malinconia per quello che potrebbe essere e per quello che riesco a vedere. Il mio non è un occhio ne di studioso ne di archeologo, ma di fronte a ciò che vedo non posso che registrare che il museo sembra come un qualcosa di dimenticato e fuori dal tempo. Mi da l’idea della sensazione di ciò che ho provato in quelle pochissime esperienze di visite in paesi dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino. La sensazione di una povertà dignitosa. Il museo archeologico Paolo Orsi sembra vivere quell’aria da “deserto dei Tartari” che oramai da anni vive la Sicilia tutta. Il museo sembra in attesa. In attesa di qualcosa ma non si sa bene cosa. Una istituzione simile, se ne esistono, dovrebbe essere un’autentica fucina di iniziative. Dovresti essere accolto da bacheche digitali e da cartelloni nei quali vieni informato delle iniziative realizzate e in corso di realizzazione. Dovresti essere guidato, tu che non sei un esperto, da dei “supporti” grazie ai quali comprendere la grandiosità di ciò che vedi e di ciò che è stata questa città e quest’Isola. Dovresti essere ammirato dalla cura con la quale noti che ogni angolo del museo è oggetto di attenzione vuoi per manutenzione o per pulizia. La sensazione è proprio quella di un dignitoso (ma il dignitoso dipende dalla soggettività di ognuno di noi) abbandono. I pannelli illustrativi e la descrizione dei diversi reperti (in italiano e in inglese) pur mantenendo la loro attualità (sempre di storia, di geologia e di archeologia stiamo parlando) danno la sensazione di antico … è una forma di rispetto nei confronti di Paolo Orsi o degli studiosi che si sono succeduti alla guida del Museo? In due sale, al centro delle stesse, si possono notare dei secchi destinate alla raccolta di acqua … in un caso che piove dal tetto (da dopo l’Expo comincia a diventare una abitudine?) … in un altro che cade da un condizionatore. Non tutte le sale hanno il condizionamento funzionante. I bagni forniscono i loro servizi senza infamia e senza lode … come quelli di un autogrill poco frequentato dai grandi flussi. Il visitatore qualora avesse sete o un piccolo languore potrà soddisfare i suoi desideri con due distributrici automatiche ubicate nei pressi dei bagni al piano inferiore.

Quali sono le potenzialità di una istituzione come il Museo archeologico Paolo Orsi?

Uscendo ho letto le annotazioni dei visitatori sul “guest book”. Alcuni sono veramente entusiasti e si limitano ad alcuni suggerimenti … come sono buoni!

Riflessioni del viandante … 13 giugno 2015, di Paolo Luparello

Giugno 13, 2015 in Contributo, Prima Pagina

Oggi non ero certo che sarei risalito a Montepellegrino. Pensavo che la famiglia avrebbe voluto andare al mare. E invece, il cielo velato di questi giorni ha fatto scartare il primo appuntamento con il mare … e acchianata è stata.

Paolo Maratona di Sicilia 2015

Questa volta, quindi, non ne ho dato l’annuncio su Facebook e l’acchianata l’abbiamo fatta in due. Io e mia figlia, la compagna perfetta … segue tutte le andature, basta non correre, e ti ripaga sempre con un sorriso che ti allarga il cuore.

La passeggiata oggi è iniziata prima del previsto, ma solo di un quarto d’ora e alle falde di Montepellegrino non abbiamo atteso le 8,30 … visto che non mi aspettavo che qualcuno potesse esserci a quell’ora e oggi.

Palermo in questo sabato è sembrata una città in vacanza. Possibile che la chiusura delle scuole faccia crollare il movimento? Capisco che è sabato, ma sembrava già di essere in una di quelle giornate dell’assolata estate palermitana in cui non incontri nessuno … neanche a pagarlo.

Abbiamo fatto la prima fermata al bar Alba di piazza Don Bosco per un caffè, … buono! …, e poi di nuovo in marcia verso la meta.

Durante l’escursione di oggi ho potuto avere la conferma che a Palermo il significato delle strisce pedonali non è lo stesso che nel resto d’Italia. Nel breve volgere della camminata cittadina odierna ho avuto modo di notare che ci sono persone che scientificamente posteggiano sulle strisce. Sono stato testimone delle gesta di un tizio che in via Imperatore Federico è arrivato e ha posteggiato sulle strice pedonali da un lato della strada, è sceso dall’auto e dopo averla chiusa ha attraversato sulle strisce per andare ad aprire un’altra auto posteggiata sul lato opposto della strada, sulle medesime strisce, e andarsene via. Le strisce per questo tizio devono essere quindi una sorta di area riservata … anchio voglio una simile area riservata!

Anche sulla vecchia scala per Santa Rosalia il traffico dei viandanti si è ridotto di molto. Pochissime le persone che abbiamo incontrato sia in salita che in discesa. I luoghi sono quelli di sempre, e come potrebbe essere diversamente, cataclismi a parte, e anche la munnizza è sempre quella … chissà chi si deve occupare della pulizia e chissà con quale frequenza, me lo chiedo sempre e aspetto sempre una risposta … da chi? Quando siamo giunti al cippo per scollinare verso il santuario mi è venuto in mente di proporre agli amici palermitani di Facebook una pulizia straordinaria della scala vecchia e delle zone antistanti … chissà se la soprintendenza ai beni culturali ci darebbe il nulla osta … si tratta di rifiuti assimilabili sicuramente a reperti storici!

Lasciata la non tanto caotica città, l’acchianata concilia riflessioni che prendono spunto da pensieri che vagano per la mente ma anche da recenti fatti di cronaca.

I diecimila suicidi che dal 2011 a oggi si sono registrati in Grecia è una realtà che mi ha scosso molto. Persone che verosimilmente conducevano una vita simile alla nostra, fatta di esigenze che venivano soddisfatte con il reddito fornito da un impiego o da un esercizio commerciale o da una impresa. Persone che di fronte al crollo del mondo che stava loro attorno, non sono riuscite che a trovare una soluzione finale … la soluzione finale che è certamente un libero arbitrio (io sono a favore dell’eutanasia) ma che in questi casi è stata determinata dalla mancanza di una via d’uscita. Essere sfrattati dalla propria casa, vedersi precipitare, insieme ai propri cari, nella indigenza, vedere venire meno tutte le certezze sulle quali si era immaginata la propria vita. Anche in Italia succede tutto questo … ma se ne scrive poco. Il messaggio che deve passare è che la crisi sta finendo e che la ripresa è oramai avviata … quanti morti sono rimasti sul campo?

Temo la povertà. Per me la povertà non è non potermi permettere l’ultimo I-phone. Non è dover rinunciare all’abbonamento Sky “All-inclusive-che-più-inclusive-non-si-può”. Non è non poter fare il viaggio che tutti gli altri fanno. Per me la povertà è non aver un tetto, non avere cibo a sufficienza per i miei cari, non poter assicurare loro le cure necessarie, non poter far studiare i miei figli. Ci sono tante cose alle quali si può rinunciare, anche se ci sono persone che si sentono nel bisogno per quello che ad altri appaiono come “minchiate”, ma al di sotto di una certa soglia non si può proprio andare … salvo appunto cadere nell’indigenza e soprattutto perdere l’autostima che ti porta ad avere la certezza che sei un fallito.

Le società moderne non sfuggono alle leggi della biologia. Certe popolazioni si sviluppano fino a quando ci sono risorse sufficienti alla loro crescita. Quando le risorse non sono più sufficienti a tutta la popolazione o si hanno le migrazioni o la popolazione muore o si hanno entrambi i fenomeni. Le società degli umani non dovrebbero arrivare a questi estremi, almeno non hai nostri tempi in cui certi fenomeni si conoscono ed esistono gli strumenti per governarli.

Ma i sistemi di controllo non sempre funzionano e quando a governare le società sono persone che pensano prima al superfluo piuttosto che all’essenziale e che pensano a rubare piuttosto che a interessarsi del bene comune, viene messa in discussione la sicurezza sociale.

Facebook è uno strumento potentissimo, che a detta di Umberto Eco a dato voce a un popolo di imbecilli (mi riservo però di apporfondire la lettura degli articoli sulla faccenda perchè stimo Eco scrittore), che ha di buono che lascia intravedere le emozioni vissute dagli “amici” attraverso i loro post, i loro commenti … e tramite Facebook è chiaro quanto siano invisi i ladri e i politicanti attaccati alle poltrone, quanto siano indigesti i ricchi appannaggi di chi occupa care pubbliche … non so però se tutti gli amici si rendano conto che questi ricchi appannaggi, e le ruberie, hanno portato al fallimento il nostro Paese, la nostra Regione, il nostro Comune … il cui fallimento poi viene pagato da tutti noi … quello che è successo in maniera più evidente in Grecia, in parte anche in Spagna, e in maniera più strisciante anche da noi.

Chi ruba, chi sperpera, è un cancro che distrugge la carne viva della comunità fatta da me, da Ignazio, da Dario, da Enzo, da Silvia, da Alessandro, da ognuno di noi.

E se fossimo noi i veri colpevoli di tutto questo sfascio?Vai a votare

Meno male che siamo arrivati al santuario. Solite foto di rito … anche un selfie con la mia stupenda Silvia. Le spremute di arancia con granita ci attendono in piazza. I cattivi pensieri vengono per il momento relegati in qualche spazio profondo della mia mente e mi godo questi pochi minuti di ristoro.

Ci avviamo verso la discesa e di buon passo raggiungiamo casa … cosa scriverà oggi il viandante?

Riflessioni del viandante … 6 giugno 2015, di Paolo Luparello

Giugno 6, 2015 in Contributo, Prima Pagina

Paolo Maratona di Sicilia 2015Una città tra mare e natura e storia che non riesce a conquistare una sua dimensione che ne faccia una meta ambita e che invece si dibatte in un degrado generalizzato nel quale emergono poche eccezioni frutto dell’iniziativa di singoli … un territorio in attesa di un conquistatore, l’ennesimo che la faccia grande come fu nel passato.

Ore 7,30. Si parte. Meta l’erta di Montepellegrino e il santuario di Santa Rosalia. Previsione di tre ore di camminata, ma dipenderà dai compagni di viaggio che incontreremo per strada. L’obiettivo è comunque di tornare a casa per le 11,00 … la famiglia ha i suoi diritti!

Il cielo oggi è un po’ velato e il tasso di umidità è un po’ più alto di quello di questi ultimi giorni.

Ancora ho nella mente la presentazione del libro dell’amico Aldo Penna alla quale ho partecipato ieri sera alla Galleria di Arte Moderna nel complesso di Sant’Anna a Palermo nell’ambito della manifestazione “Una marina di libri” … ce ne vorrebbero di più di simili eventi. Ma nella mente non ho soltanto la piacevolezza di alcuni momenti trascorsi con persone votate al piacere della lettura e dell’ascolto quanto l’immagine della capacità di certi luoghi e di certe iniziative di attrarre tanta gente … e dire che ieri sera a Palermo c’era anche l’evento della Partita di beneficenza organizzata dal duo palermitano Ficarra e Picone … un successo anche quello. Ma torno alle immagini di ieri sera. Piazza Croce dei Vespri è una piazza che mi è entrata nel cuore e ieri sera è stata forse la prima volta che la vedevo in versione serale illuminata dalle luci artificiali. In quella piazza mi potrei perdere in quanto a dimensione temporale.

Cosa potrebbe essere Palermo! Solo se tutti si remasse dalla stessa parte. Nonostante il suo degrado attrae tanti visitatori … chissà cosa potrebbe diventare se fosse più accogliente e più attenta ai fruitori piuttosto che agli erogatori dei servizi.

Mentre rifletto sugli eventi della sera prima siamo già arrivati a Piazza Don Bosco, il momento giusto per un caffè.

Da lì muoviamo per il luogo dal quale inizia “l’acchianata”. Arriviamo con 10 minuti di anticipo. La regola è quella del “chi c’è c’è” … se uno vuole camminare insieme si fa trovare lì! Da Facebook apprendo che l’amico Gianpaolo marcherà visita causa influenza. Alle 8,30 partiamo.

Anche oggi il passo è buono, non veloce come la settimana scorsa. In breve raggiungiamo una coppia che abbiamo visto partire mentre attendevamo. Finite le prima 13 rampe procediamo con il tratto che interseca per più tornate la strada carrozzabile. Qui “l’acchianata” dà dimostrazione dell’uso al quale alcuni adibiscono questi luoghi. Mucchi di salviette detergenti, fazzoletti di carta e qualche profilattico e relative bustine e scatole … basterebbe poco per non costringere il viandante a pensare in maniera lusinghiera a cotanti eroi di tali gesta, ma non voglio farmi condizionare questo tempo da umani che non meritano tempo e rispetto.

Sono bastati pochi minuti per essere usciti dal clamore di una città come Palermo per immergersi nella quiete di Montepellegrino, una riserva naturale attorno alla quale la città e le sue borgate si sono sviluppate. Da alcuni punti riesci ad ammirare una Palermo che vista in lontananza non puoi che amare, con il suo porto, le sue banchine e i suoi palazzi e monumenti che riesci ancora a distinguere. Siamo su un monte che riuscì a inebriare anche Goethe che per il suo “Viaggio in Italia” non mancò di farvi visita. Ma da questo monte e dal mare i palermitani non sembrano trarre particolare ispirazione, i palermitani si ricordano di Montepellegrino il 3 settembre alla vigilia del giorno dedicato a Santa Rosalia e in occasione degli “schiticchi” comandati (Pasquetta e Primo maggio) … giorni che sarebbe meglio cancellare per lo stato in cui lasciano quei luoghi. Del mare i palermitani si ricordano quando il caldo comincia a far desiderare il rinfrescante effetto di un bagno tonificante e ristoratore. Per tutto il resto dell’anno la stragrande maggioranza dei palermitani dimenticano queste preziose risorse che altrove, probabilmente, godrebbero di ben altre attenzioni.

Ma pensando a Goethe non si può non pensare a un più nobile e antico “tedesco” … lo Stupor Mundi … Federico II di Svevia, del quale le spoglie sono conservate nella Cattedrale di Palermo. Una figura che da sola dovrebbe attirare verso Palermo gli interessi di tantissimi studiosi, curiosi, estimatori e semplici turisti. Ma cosa fa Palermo per onorare e valorizzare colui che fece di Palermo una capitale mondiale … a parte utilizzare i luoghi che lui costruì e nei quali visse?

Forse già si fa tanto, ma un giorno mi piacerebbe approfondire se quello che si fa è effettivamente tanto o se rispetto alle potenzialità non riusciamo a fare che pochi punti percentuali.

Di riflessione in riflessione siamo giunti al cippo dopo il quale si scollina verso la piazza del santuario.

Nella grotta si celebra messa … il rito è quello nostro ma l’officiante parla una lingua diversa … di qualche paese dell’est, il tempo di un Pater noster e lasciamo la grotta.

Il solito bar è chiuso e per un rinfresco andiamo dalla “concorrenza”, da Costantino. La spremuta è egualmente buona e costa pure di meno.

E’ tempo di tornare, sono quasi le 9,30. Avrei voglia di correre, ma ho promesso che avrei camminato … e camminata è fino all’arrivo qualche minuto prima delle 11,00 … chissà se la mia compagna di viaggio di oggi avvertirà gli stessi dolori che ho accusato io la settimana scorsa. Correre e camminare non sono la stessa cosa, lavorano muscoli diversi e te ne accorgi solo dopo lunghe camminate. Oggi mi ha accompagnato mia figlia. Abbiamo camminato fianco a fianco ma ognuno immerso nella sua personale colonna sonora. Io ho ascoltato Enya, Gilles Servat e Francesco Guccini … lei non so, ma durante la camminata abbiamo scambiato alcune battute a commento di alcuni scorci panoramici o sulle regole da seguire quando ci si astrae dal contesto e ci si cala in un proprio mondo di riflessioni … la vita è sempre lì e la poesia di Guccini “Canzone per una amica” ce lo ricorda con parole che non hanno eguali.

Mi reputo fortunato ad avere i figli che ho … mi hanno regalato stupende emozioni (anche il solo camminare per più di tre ore al mio fianco) e mi piacerebbe che la vita potesse riservare loro ciò cui aspirano … e ciò cui aspirano mi piace … ma questa è un’altra storia!

Riflessioni del viandante … 30 maggio 2015, di Paolo Luparello

Maggio 30, 2015 in Contributo

Care amiche, cari amici, dobbiamo essere una squadra e per essere squadra dobbiamo condividerePaolo a Marina di Cottone tante cose. Io non so quanti di voi mi conoscono personalmente e conoscono il mio lavoro e quello che è il mio impegno in ciò che ho fatto e che faccio. Per coloro i quali non mi conoscono, o che mi conoscono superficialmente, propongo delle riflessioni che sono soprattutto dei resoconti di vita quotidiana dove si formano le idee che vi propongo Leggerli è un modo per conoscermi meglio e per decidere se possiamo formare una squadra.

Riflessioni del viandante … 30 maggio 2015

Un giorno lo farò. Avrò bisogno di trovare un intero mese da dedicare a me stesso, e anche 2,5 o 3 mila euro, ma forse anche meno, e partirò per il mio “cammino di Santiago. Prima di allora mi accontento di salire a Montepellegrino e di andare a rendere omaggio alla “santuzza” di Palermo. Montepellegrino è parte dei miei allenamenti abituali in preparazione delle maratone, ed è mia intenzione farlo diventare parte del mio percorso di formazione della squadra di amiche e amici con i quali arrivare all’appuntamento delle prossime elezioni regionali. Lungo le rampe di questo monte, tra una vista mozzafiato e un tuffo nella memoria suscitato da un qualsiasi flash che scatta nella mia mente lungo il percorso, elaboro idee che sorgono spontanee e che poi rivengono inghiottite dall’oblio dal quale sono arrivate … con l’aiuto dei compagni di viaggio voglio cominciare a fissarle e a riflettere anche su quelle che verranno a chi si accompagnerà con me in questi scorci di tempo dedicati all’esercizio fisico ma anche a quello mentale.
I flash non sono soltanto relativi a questioni che possono avere una traduzione politica. I flash riguardano tutti gli aspetti della vita.
Provo a descrivere i flash di oggi.
Ogni volta che comincio a salire il pensiero va a Santiago di Compostela e a uno dei suoi tanti cammini … quello che vorrei fare io è quello francese e che parte dai Pirenei francesi, da Saint-Jean-Pied-de-Port, e che porta a Santiago dopo circa 800 km … e già adesso mi pongo il tema di arrivare a Finisterre, sull’oceano, o meno … e ogni volta mi dico che deciderò quando sarò arrivato a Santiago!
Raggiungo un anziano viandante. Cammina piano con passo incerto e si appoggia a un bastone. Il rumore dei miei passi lo coglie di sorpresa, si gira e mi scruta … e continua con il suo andare. Lo supero. Il mio passo è veloce. Il passo di un uomo allenato a quel tipo di percorso. Ma tra 10 o 20 anni l’andare di quell’uomo anziano sarò in grado di emularlo? E da qui rifletto sul senso della vita e sull’alternarsi delle stagioni. Arrabbattarsi per costruire, per mettere da parte, e poi lasciare tutto senza che nessuno si possa più ricordare di te. Ma quale importanza ha il fatto che quando tu non ci sarai più qualcuno si debba ricordare di te? Nessuna. Ma oggi penso che mi piacerebbe essere ricordato. Mi piacerebbe essere riuscito a fare qualcosa per la quale altri possano trovare fonte di ispirazione per condurre una vita migliore … quantomeno a provarci.
C’è una bellissima citazione di Ralph Waldo Emerson che parla di cosa sia avere veramente successo. Non riuscirò mai a ricordarla a memoria e quando la ritroverò la citerò qui … ricordo solo alcuni passaggi che parlano del sorriso di un bambino e di una aiuola sistemata … piccoli episodi che sono potuti accadere solo grazie a te … in questa citazione c’è intera una filosofia di vita alla quale mi piace ispirarmi.
Le rampe si succedono una dopo l’altra. Le percorro a una andatura che non mi sarei aspettato. Se mi accompagnassi con altri viandanti non mi potrebbero seguire. Oggi avrei dovuto correre ma una sindrome dolorosa che di tanto in tanto mi coglie quando la temperatura ha degli sbalzi repentini me lo ha impedito, e quindi ne è uscita fuori questa camminata accelerata … grazie anche al fatto che alla salita di oggi sono solo … leggo un commento su Facebook al post della salita di oggi … un amico si dice dispiaciuto per avermi abbandonato per un’altra performance (ciclistica) … gli rispondo … “Chi sta bene con se stesso non può essere abbandonato!”.
Idealizzo questa salita come il percorso che voglio fare con un gruppo di persone. Ci sono delle difficoltà. Ci sono dei tratti duri durante i quali si devono stringere i denti e impegnarsi e ci sono tratti più dolci in cui può essere piacevole chiacchierare. Ma al termine della salita si sarà imparato qualcosa. Si saranno maturate delle esperienze. Il cammino in se è il viaggio che voglio proporre ai miei amici. La meta la raggiungeremo. Non so se arriveremo primi, secondi, a metà classifica, ultimi. L’importante è che ci avremo provato e al termine saremo più ricchi. Non avremo soltanto detto cosa andava fatto comodamente seduti su di un divano. Avremo provato a fare quello che andava fatto e se poi non saremo riusciti a convincere il popolo ad avere fiducia in noi … pazienza … ci riproveremo, perchè sarà stato bello averci provato e aver fatto questo percorso insieme.
Arrivo al cippo oltre il quale si scollina e si scende verso la piazzetta del santuario di Santa Rosalia e da lì iniziano alcune rampe di scale che portano alla grotta del santuario.
Scatto qualche foto a testimonianza dell’evento per gli amici di Facebook che ogni tanto mettono in dubbio che quello che dico normalmente lo faccio … anche oggi l’ho fatto.
Ridiscendo alla piazzetta e la signora del bar ai piedi della scalinata mi vede e comincia a prepararmi l’oramai solita “spremuta della santuzza” … come la chiama Gianpaolo … spremuta d’arancia con un po’ di granita di limone … dopo la salita ci vuole.
Mentre finisco di bere la spremuta osservo altri viandanti che arrivano e che vanno … chissà quali sono le motivazioni che li portano in quel luogo.
Mi avvio per il ritorno.
La prospettiva è diversa. La fatica è minore. Il mio sguardo può divagare su alcuni particolari che salendo non avevo attenzionato. Mi domando chi sia responsabile della pulizia di Montepellegrino e della “scala vecchia”. In alcuni tratti i reperti di “munnizza palermitana” sembrano sufficientemente datati. Chissà se il presidente Mattarella avesse l’abitudine di salire a piedi da Santa Rosalia le autorità competenti non si occuperebbero dell’igiene e della pulizia di questi luoghi. Mi domando anche quante siano le multe che i Vigili Urbani elevano ai contravventori delle norme in materia di abbandono di “munnizza”. Nella considerazione che Palermo non è un tracciato di Formula 1 e che Palermo è verosimilmente una delle città con il più basso senso civico in assoluto, chissà perchè i Vigili Urbani contrastano (sarebbe forse più corretto scrivere “multino”) maggiormente coloro che superano i limiti di velocità (senza peraltro riuscire a impedire le troppe morti per crimini stradali legate forse anche alla velocità ma soprattutto al dispregio di tutte le norme del codice stradale!) piuttosto che gli inquinatori dell’ambiente?
Il tema della pulizia oramai mi ha preso. Ho finito la scala vecchia e adesso cammino verso via Montepellegrino costeggiando il muro di cinta della fiera. Stranamente la strada e il marciapiedi sono puliti. C’è voluta la resurrezione della fiera campionaria del Mediterraneo per convincere la ex municipalizzata ha fare una pulizia straordinaria, e dire che dall’altro lato della strada c’è una caserma ancora attiva … ma il comandante di questa caserma avrà mai sollecitato le autorità competenti a occuparsi della pulizia di quei luoghi … o anche lui a ben altro di cui occuparsi?
Costeggio il mercato ortofrutticolo. Anche oggi è stata giornata di mercato. Munnizza da tutte le parti. Ci sta. O forse no? In effetti si ha l’impressione che la munnizza venga raccolta superficialmente. Guardando sotto il ciglio del marciapiede si nota che la munnizza è stratificata come in una sorta di sistema di compostaggio … sarà un effetto voluto? Lo chiederò al mio amico Totò Aiello!
Oramai sono vicino casa. Resetto il tema munnizza. Domani proverò a correre. Martedì 2 giugno onorerò la festa della Repubblica partecipando a una mezza maratona (21,095 km) che si correrà a Palermo in zona Stadio della Palme con percorso interamente in Favorita … una noia mortale … ma la corsa mi chiama!
Spero per sabato prossimo di essere meno solo con i miei pensieri e più in compagnia con quelli di chi deciderà di farsi una salita a Montepellegrino.
Partenza da casa camminando (zona Politeama), salita al santuario, pausa spremuta, discesa da santuario e arrivo zona Politeama il tutto in 3 ore con partenza 7,30.

Ho trovato la citazione  … “… Ridere spesso e di gusto; ottenere il rispetto di persone intelligenti e l’affetto dei bambini; prestare orecchio alle lodi di critici sinceri e sopportare i tradimenti di falsi amici; apprezzare la bellezza; scorgere negli altri gli aspetti positivi; lasciare il mondo un pochino migliore, si tratti di un bambino guarito, di un’aiuola o del riscatto da una condizione sociale; sapere che anche una sola esistenza è stata più lieta per il fatto che tu sei esistito. Ecco, questo è avere successo. …” Ralph Waldo Emerson 

Praterie sconfinate dinanzi a noi … purtroppo!, by Fedro, del 17.06.2013, lunedì

Giugno 17, 2013 in Post ad hoc, Prima Pagina

 

Già da alcuni giorni abbiamo cominciato la nostra opera di informazione. Abbiamo immaginato una serie di rubriche all’interno delle quali trovate gli articoli da noi selezionati e spesso commentati. Naturalmente non Leggi il resto di questa voce →

 

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