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Continuando a riflettere sulla dirigenza, del 12.03.2024, martedì

Marzo 12, 2024 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Continuando a riflettere sulla dirigenza, del 12.03.2024, martedì

Tante mail arrivano, mai quella che aspetti.

Il bip mi avverte che un’altra mail è arrivata. L’Aran è il mittente. Oggetto convocazione dell’area della dirigenza. Contratto integrativo.

Guardo il calendario. 12 marzo 2024. Incredibile. Anche il fatto che sia arrivata una convocazione su un tema così atteso è quasi un miracolo. Sarà la preparazione al prossimo 1 aprile.

Guardo l’allegato e con grande sorpresa leggo che i sindacati vengono convocati per la contrattazione sulla utilizzazione delle risorse del fondo della dirigenza. Guardo meglio e alla convocazione è allegato un documento “Proposta di livelli di indennità per gli incarichi dirigenziali degli uffici della Regione Siciliana.

Sono basito!

Dopo due anni dalla firma del contratto collettivo 2016-2018 il datore di lavoro ha finalmente prodotto un documento propositivo. Penso che ci sarà sotto qualche trucco. Apro il documento e scopro che l’ARAN a seguito dell’atto di indirizzo del Governo ha distribuito tutti gli incarichi dirigenziali su otto livelli retributivi, i primi due per gli incarichi di cui alla tabella A, i secondi due per gli incarichi di cui alla tabella B, i terzi due per gli incarichi di cui alla tabella C e gli ultimi due per gli incarichi di cui alla tabella D.

In contrattazione si potranno graduare i livelli delle indennità rimanendo nell’ambito delle risorse a disposizione e si stabilirà che si dovrà prevedere la copertura degli incarichi nel limite dei dirigenti effettivamente in servizio.

Rileggo il documento e nel frattempo penso perché c’hanno impiegato due anni per tirare fuori quest’uovo di colombo.

Sto per buttare giù due appunti da utilizzare in contrattazione e suona la sveglia.

Non poteva essere che un sogno!

Sogno o premonizione?

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Riflessioni sulla dirigenza, del 09.03.2024, sabato

Marzo 9, 2024 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Riflessioni sulla dirigenza, del 09.03.2024, sabato

I dirigenti della Regione Siciliana sono sempre di meno, sono chiamati a dirigere strutture sempre più complesse a seguito dei ripetuti accorpamenti di uffici (per mancanza di dirigenti) e nella generalità dei casi con sempre meno personale a seguito del mancato turnover dei pensionati, e nonostante questo vengono ripetutamente trattati a pesci in faccia disattendendo quanto previsto dal contratto collettivo regionale di lavoro 2016-2018 che si era salutato, finalmente, dopo oltre 15 anni come un ritorno alle corrette relazioni sindacali. E invece no!

I dirigenti regionali sono in attesa del saldo dell’indennità di risultato 2022 nonostante siamo arrivato a marzo 2024 e l’acconto è stato erogato nel settembre 2023. Stiamo parlando di un importo che “cuba” per ciascun dirigente in circa il 30-50% di quanto già percepito (non siamo in grado di dare cifre precise in quanto gli uffici competenti si trincerano dietro il massimo riserbo)! E noi aspettiamo!

I dirigenti sono in attesa di vedere riviste le indennità di posizione di parte variabile fin dal 2022. Per fare ciò si deve effettuare la contrattazione decentrata integrativa regionale che deve stabilire i nuovi livelli di indennità per tutte le tipologie di uffici della Regione e si stima, cautelativamente, che le attuali indennità ferme ai livelli del 2009 dovranno aumentare non meno del 50%. Nel 2022 la contrattazione decentrata si fece a fine anno e l’ARAN Sicilia sostenne che era troppo tardi per rifare le indennità con il risultato che vennero confermate le precedenti indennità con la possibilità di incrementare del 10 % i valori massimi dei range. Nel 2023 si è ripetuta la “sceneggiata” con convocazione delle organizzazioni sindacali tra Natale e Capodanno con il risultato che ci siamo rifiutati di firmare un accordo che era il risultato di una presa in giro e che avrebbe dovuto riconoscere soltanto ad alcune figure un incremento delle indennità lasciando a bocca asciutta la quasi totalità della dirigenza regionale. Nel 2024 non abbiamo elementi per ritenere che andrà diversamente dagli anni passati e il Governo, con delibera 80 del 01.03.2024, emana un atto di indirizzo all’Aran Sicilia per aumentare le indennità del Ragioniere Generale e di alcuni dirigenti della Ragioneria Generale della Regione. E tutti gli altri?

E il contratto collettivo 2019-2021?

Capiamo che il contratto collettivo del personale del comparto è bloccato dalla difficoltà di giungere a una riclassificazione e riqualificazione che soddisfi l’ampia platea interessata, ma possiamo avere una spiegazione sul perché la contrattazione del contratto della dirigenza non sia stato messo all’ordine del giorno di nessuna seduta dell’Aran Sicilia?

A raccontare queste cose nessuno ci crederebbe. Il Paese del Bengodi della Regione Siciliana riesce a essere tiranna proprio con le sue figure di vertice, la sua dirigenza, da non credersi!

Eppure è così!

Cari amici e colleghi, è giunto il momento di darci una smossa!

P.S. Il mancato rispetto delle scadenze e dei contratti collettivi hanno poi effetti sulle pensioni di chi viene collocato in quiescenza e che poi dovrà attendere anni per vedere ricalcolata la propria pensione … ma ci pensano a queste cose? 

Con deliberazione 69 del 2024 il dirigente generale del dipartimento tecnico della Regione viene trattenuto in servizio fino al 31.12.2026 in forza di una norma nazionale in materia di realizzazione interventi a valere sul PNRR … non è chiaro perché sia servita una delibera di Giunta, forse per prolungare il contratto fino a quella data o forse perché il DG avrebbe raggiunto i requisiti per essere messo d’ufficio in quiescenza?

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Riflessione del primo novembre 2023, di Fedro

Novembre 1, 2023 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Riflessione del primo novembre 2023

di Fedro

Riflettevo sul fatto che è una fortuna che gli auspici di tanti umani poi non si traducano in azioni concrete nella generalità delle situazioni. Mi riferisco al fatto che ci sono molti umani che risolverebbero ogni questione con la fucilazione o con lo sterminio di chi si macchia, ai loro occhi, di una qualche azione nefasta, sempre ai loro occhi.

Ma se questi epuratori della società avessero effettivamente il potere di agire, premerebbero il grilletto o lo farebbero premere a loro esecutori a ciò preposti?

Non tutti gli umani hanno la stessa sensibilità. 

Ci sono umani che uccidono senza alcuno scrupolo e rimorso di coscienza e ci sono umani che al solo pensiero di aver fatto del male a qualcuno vivono in uno stato di profondo sconforto fino alla impossibilità di continuare a vivere.

Ammetto che nella mia vita ho augurato la morte a non pochi umani, ma fortunatamente non mi risulta che nessuno di loro sia stato vittima di un mio strale … non sarei sopravvissuto.

Chissà con che cuore gli umani che provocano pochi o tanti morti riescono a convivere con le loro azioni, ma forse anche se hanno delle sembianze umane non si tratta di umani.

Credo che già nell’antica Grecia gli assassini venivano maledetti ed erano allontanati dalla comunità … ma sono passati più di 2000 anni … purtroppo!

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Uccidere, di Paolo Luparello

Ottobre 15, 2023 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Uccidere, di Paolo Luparello

Perché uccidere? 

Per difendere la propria vita o la vita di qualcuno che rischia di perderla? 

Solo in un episodio improvviso e senza la consapevolezza di averlo premeditato potrei ammettere l’uccisione di qualcuno. 

Può considerarsi l’omicidio una azione in grado di restituire qualcosa al suo autore?

No. 

Uccidere è la peggiore azione di cui un essere umano si può macchiare e lo fa retrocedere al livello degli animali carnivori che uccidono le prede per rispondere a un bisogno primario.

Ma l’uomo quale bisogno primario può soddisfare attraverso l’omicidio?

Qualsiasi cosa si possa ottenere attraverso un omicidio, come si può continuare a vivere nella consapevolezza di aver tolto la vita a qualcuno?

Ognuno di noi ha una coscienza. Una entità con la quale costantemente ci si confronta e che costituisce esattamente il nostro essere. Puoi riuscire a convivere con essa soltanto se c’è una esatta identità tra ciò che sei nell’intimo, nella coscienza, e ciò che ti mostri agli altri.

Assistendo a cosa sono capaci di fare alcuni essere umani sei portato a credere che ci sono coscienze e coscienze e c’è anche la possibilità che alcuni non abbiano alcuna coscienza con la quale fare i conti in quanto incapaci di dialogare con se stessi e quindi capaci di compiere qualsiasi gesto frutto del momento e dell’istinto primordiale.

La coscienza di cui parlo ha una durata limitata e dura quanto dura la vita, oltre la quale non esiste più nulla. 

Si deve decidere come vivere la propria vita. Vivendo in pace con ciò che ti circonda, serenamente, o vivendo nell’odio.

Finché si vivrà nell’odio non ci sarà rispetto per la vita e l’odio è l’unica azione che troppi essere umani sanno praticare. Odio che viene vissuto da troppi esseri umani spesso senza esserne consapevoli. Troppi sono i comportamenti di tanti essere umani che giornalmente alimentano l’odio, ogni qualvolta si rinuncia all’ascolto, ogni qualvolta ci si scaglia contro qualcuno, ogni qualvolta si rinuncia a essere umani, ogni qualvolta si vuole ferire, ogni qualvolta si vuole dimostrare l’inferiorità dell’altro. 

Troppi sono i comportamenti che mirano a scavare solchi o ad alzare muri, e ogni volta che operiamo in questo senso aumentiamo la carica di odio di questa nostra società.

Io non so quanto vivrò, so soltanto che finché vivrò vorrò essere in pace con la mia coscienza e mai vorrò che anche la mia uccisione possa diventare oggetto di odio e quindi di vendetta. 

La morte è la destinazione finale di ognuno di noi e la vita, breve o lunga che possa essere, deve essere vissuta nel qui e ora all’insegna della pace e della felicità cercando di soddisfare i bisogni elementari e non quelli di un modello che ci vogliono imporre che serve soltanto a rendere sempre più ricchi pochi e sempre più schiavi tutti gli altri.

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Abbiamo bisogno di armi e di truppe!, di Paolo Luparello

Febbraio 11, 2023 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Abbiamo bisogno di armi e di truppe!, di Paolo Luparello

11 febbraio 2023

Siamo all’inizio di una nuova legislatura.

Abbiamo un nuovo Governo.

Abbiamo dei “nuovi” dirigenti generali.

Potrebbero essere le condizioni per iniziare un nuovo percorso per cogliere le tante sfide legate alle parole chiave di questi anni e in particolare a una di questi ultimi anni che sembra avere doti taumaturgiche … PNRR!

Quindi possiamo guardare con speranza al futuro?

Purtroppo sono un pessimista e so che le condizioni appena citate non possono indurre alla speranza, tranne che non fossi un irresponsabile!

Per realizzare gli obiettivi di cui la Sicilia ha bisogno e che sicuramente il Governo regionale ha appena declinato nel documento di programmazione strategica per il triennio 2023-2025 (che dovrà aggiornare il PIAO 2023-2025), il Governo regionale ha bisogno di truppe e di armi!

Nonostante i numeri ancora importanti della dotazione organica, mancano i profili professionali necessari che servono, sia nella qualità sia nella quantità.

Nonostante i tanti soldi spesi in oramai quasi un ventennio di transizione digitale, la Regione sembra ancora una amministrazione borbonica.

Nonostante  le diverse riorganizzazioni degli uffici regionali intervenute nel corso degli ultimi 15 anni ancora oggi non è stato adottato un modello organizzativo efficiente in grado di dare la stessa organizzazione a tutti i dipartimenti regionali, che abbia introdotto le necessarie economie di scala nei settori comuni del funzionamento, che abbia dato un sistema procedurale unico e omogeneo in tutte le materie omogenee.

Finché non appronteremo un progetto di modello organizzativo di funzionamento degli uffici, un sistema di rilevazione dei profili professionali necessari, una politica di digitalizzazione e dematerializzazione coordinata in tutti i settori dell’Amministrazione, non potremo mai raggiungere degli obiettivi di sistema a livello di Regione ma, forse, potremo raggiungere piccoli risultati in settori di nicchia.

A chi il compito di lanciare la sfida? 

E a chi quello di raccoglierla?

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Cosa succederà il 16 giugno 2022 alla Regione Siciliana?, di Paolo Luparello

Giugno 11, 2022 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Cosa succederà il 16 giugno 2022 alla Regione Siciliana?

di Paolo Luparello

Il 16 giugno 2022 entrerà in vigore il nuovo regolamento di organizzazione degli uffici della Regione Siciliana.

Cosa ci attende, parlo di noi dirigenti?

Un po’ di confusione e una serie di ulteriori oneri. Dirigere uffici con sempre più competenze, con sempre meno personale, e in alcuni dipartimenti ci si dovrà fare carico dell’interim degli uffici che non potranno essere affidati a un dirigente per … udite udite … mancanza di dirigenti. Ebbene si, la Regione Siciliana che è sempre stata criticata per il suo alto numero di dirigenti oggi ne sconta la carenza e nonostante la recentissima e impegnativa riorganizzazione alla quale si è lavorato per oltre un anno non si è riusciti a disegnare una Regione che funzioni e che soprattutto “serve”, “serve” nel senso soprattutto di fornire i servizi che le norme ci impongono e che i cosiddetti “stakeholder” ci chiedono in termini di qualità, quantità e tempestività.

Ma in qualche modo ce la faremo anche questa volta, a costo dei sacrifici ai quali saremo chiamati noi dirigenti e i colleghi delle altre categorie che ci collaborano, anche loro sempre meno e sempre più demotivati a causa delle tante mancate risposte alle loro esigenze di riqualificazione e riclassificazione e soprattutto di recupero del gap salariale che ne condanna alcune al di sotto della famigerata soglia di povertà.

Nei prossimi giorni, prima del 16 giugno p.v., noi dirigenti riceveremo gli atti di conferimento dei nuovi incarichi dirigenziali che abbiamo già accettato nelle settimane scorse e che ci permetteranno di insediarci alla guida dei nuovi uffici (andranno rifatti funzionigramma e organigramma sui siti web istituzionali, andranno aggiornate le sezioni di Amministrazione trasparente, e tanto altro ancora). Alcuni di noi, il cui contratto individuale non era scaduto lo scorso 31 dicembre 2021, e prorogato a colpi di delibera di Giunta fino al primo giugno e comunque fino alla entrata in vigore del nuovo regolamento, saranno destinatari anche della rescissione unilaterale dello stesso.

Dal 16 giugno 2022 non ci spetterà più l’attuale indennità di parte variabile fin qui goduta e ci spetterà quella relativa alla nuova struttura cui saremo preposti e della quale conosciamo soltanto la pesatura relativa, quasi sempre 100 come se alla Regione Siciliana le attuali strutture intermedie presentassero le stesse difficoltà e complessità (competenze, complessità dei procedimenti, dotazione di personale, altro). Per sapere quanto varrà la nuova indennità di parte variabile dovremo attendere che si svolga presso l’ARAN Sicilia la contrattazione integrativa regionale, che chiedemmo già a gennaio 2022 e successivamente sollecitata senza risposta, grazie alla quale dobbiamo stabilire i nuovi livelli di indennità superando, si spera, le attuali tre fasce in vigore oramai da oltre 20 anni (con uffici sempre più complessi e con sempre meno personale). In assenza della contrattazione non si ha notizia di come intende procedere l’Amministrazione. L’unica cosa certa è che senza budget assegnati ai dipartimenti i dirigenti generali non potranno proporre i contratti individuali ai dirigenti e poca importa se i dirigenti contano anche su quella indennità mensile che costituisce parte integrante e continuativa del loro reddito e con la quale sostengono anche le spese per assolvere al proprio incarico nei casi in cui si sia costretti a lavorare al di fuori della propria città di residenza.

Mai come in questo momento si registra una assoluta mancanza di comunicazione e di dialogo da parte dell’Amministrazione forse distratta dalle elezioni amministrative e dalle prossime elezioni regionali … ma cosa c’entrano le elezioni con la gestione dell’Amministrazione, vi domanderete!

Quanto sopra per dirvi che non sappiamo cosa bolle in pentola e non siamo in grado di dirvi quando i dirigenti generali potranno proporvi il vostro sacrosanto contratto individuale di lavoro con relativa indennità di parte variabile.

Oggi è l’11 giugno 2022. Speriamo che entro il 15 giugno chi di dovere faccia il proprio dovere!

Ricordo a tutti che fino a quando non sottoscriverete il contratto individuale potrete sempre decidere di accettare incarichi diversi da quello per il quale vi siete resi disponibili in queste ultime settimane e vi ricordo ancora che il nuovo ccrl dell’area della dirigenza 2016-2018 prevede la clausola di salvaguardia in forza della quale l’indennità di parte variabile attualmente in godimento è mantenuta (se si rimane nello stesso dipartimento)!

Per ogni dubbio contattaci, possibilmente prima di firmare il contratto individuale, la Cisl Fp è sempre al tuo fianco!

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130 euro di aumento netto mensile dello stipendio ti cambiano la vita? , di Paolo Luparello

Dicembre 11, 2021 in Post ad hoc da fedro

130 euro di aumento netto mensile dello stipendio ti cambiano la vita? 

di Paolo Luparello

130 euro di aumento netto mensile dello stipendio ti cambiano la vita? 

Se sei un dirigente della Pubblica Amministrazione probabilmente no.

Tutti i dirigenti dello Stato, delle altre Regioni d’Italia, dei Comuni, lo hanno ricevuto. 

Lo hanno ricevuto anche i dirigenti delle ex province che qualcuno si domanda se esistono ancora, le ex province intendo.

130 euro di aumento netto mensile è l’aumento medio che tutti i dirigenti d’Italia, esclusi quelli dell’Ente Regione Siciliana, hanno ricevuto da circa un anno per la sottoscrizione del contratto collettivo nazionale di lavoro per il triennio 2016-2018 e presto si giungerà alla definizione del nuovo contratto collettivo per il triennio 2019-2021 che verosimilmente riconoscerà un aumento all’incirca analogo.

E ai dirigenti dell’Ente Regione Siciliana perché non è stato riconosciuto questo aumento?

Forse perché guadagnano già troppo? 

Un dirigente della Regione Siciliana ha un reddito medio lordo annuo di circa 60 mila euro, circa 3 mila euro netti al mese. Un dirigente generale può arrivare a poco più del doppio, ma si tratta di una trentina di dirigenti a capo delle strutture di massima dimensione dell’Ente, i dipartimenti. Redditi ben più elevati sono percepiti dai dirigenti di tutti gli enti pubblici d’Italia, anche dai dirigenti dei Comuni e delle ex Province della Sicilia che per loro fortuna applicano i contratti nazionali e non quello regionale.

E’ lo stesso stipendio che percepiscono da oltre 15 anni.

Risale infatti al 2005 l’ultimo adeguamento stipendiale relativo al contratto collettivo regionale 2002-2005. 

Ai dirigenti di tutta Italia fu anche riconosciuto il contratto collettivo nazionale 2006-2009, ma non ai dirigenti dell’Ente Regione Siciliana. I ritardi dell’Aran Sicilia sono noti da tempo, purtroppo.

Oggi la storia si ripete. 

Una bozza di contratto 2016-2018 è stato sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dall’agenzia negoziale del Governo, ma si è trasformata in una pallina di flipper che schizza impazzita da una molla all’altra senza che si raggiunga mai il punto. 

In assenza del contratto 2016-2018 il Governo non ha neanche fornito le direttive per il rinnovo del contratto 2019-2021, il che fa pensare che sia a conoscenza del fatto.

Ai dirigenti dell’Ente Regione Siciliana è stato sospeso il diritto di avere un contratto collettivo di lavoro.

Si è provato a chiedere al Governo della Regione Siciliana il perché di questo comportamento.

Nessuna risposta.

Ci si interroga.

E’ una punizione?

C’è un problema di comunicazione?

E’ una vendetta?

I dirigenti dell’Ente Regione Siciliana non sono amati. 

In Sicilia sui dirigenti dell’Ente Regione Siciliana se ne raccontano di più che sui Carabinieri. 

Ogni articolo di stampa gronda odio e la lettura dei commenti del popolo della tastiera è sconsigliata a chi non è forte di stomaco e non è dotato di senso dell’umorismo.

Ma se le cose stanno così, se i dirigenti dell’Ente Regione Siciliana sono il male assoluto, perché il Governo della Regione Siciliana non prende provvedimenti?

L’operato dell’Ente Regione Siciliana è sotto gli occhi di tutti. 

C’è un documento che si chiama Relazione sulla performance che ogni anno viene redatto dagli uffici del Presidente della Regione nel quale sono indicati, tra l’altro, gli obiettivi che il Presidente e gli Assessori fissano ai dirigenti generali e in cascata al resto dei dirigenti (oggi circa un migliaio).

Si tratta di un documento pubblico, che deve essere apprezzato dalla Giunta di Governo con una apposita deliberazione.

Gli obiettivi li fissano il Presidente e i suoi assessori. La valutazione dei risultati viene effettuata dall’Organismo Indipendente di Valutazione che viene nominato dal Presidente della Regione.

Tutti gli obiettivi vengono regolarmente raggiunti.

Il Governo ha gli strumenti per pretendere dai suoi dirigenti che compiano il loro dovere ed è lo stesso Governo che ha fino a oggi (Relazione sulla performance dell’anno 2020) certificato che lo hanno fatto.

E allora?

Perché il Governo nega ai dirigenti della SUA Amministrazione il diritto ad avere il contratto collettivo regionale di lavoro?

Una domanda che purtroppo il Presidente della Regione non permette che gli venga posta perché si nega a ogni richiesta di interlocuzione.

Che sia un modo per passare alla storia?

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Non ci sottraiamo al confronto ma chiediamo fatti! Resoconto dell’incontro del 17 giugno 2021 con l’assessore alla funzione pubblica Zambuto

Giugno 17, 2021 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Non ci sottraiamo al confronto ma chiediamo fatti!

Resoconto dell’incontro del 17 giugno 2021 con l’assessore alla funzione pubblica Zambuto

Oggi pomeriggio si è tenuto un incontro con l’assessore alla funzione pubblica Zambuto e la dott.ssa Madonia, dirigente generale della funzione pubblica avente per oggetto il contratto della dirigenza.

Sulla base delle richieste avanzate nella scorsa riunione l’assessore e la dg hanno esordito ipotizzando un cronoprogramma dei tempi di approvazione del ccrl dirigenza 2016-2018 che prevede una risposta alle osservazioni della Corte dei Conti entro il 30 giugno 2021 e la definizione della sua esigibilità entro ottobre 2021. Entro la stessa data si stima che potrà essere esitata la riorganizzazione dei dipartimenti. La definitiva approvazione del ccrl 2016-2018 consentirebbe anche di rivedere le indennità di parte variabile bloccate dal 2002 in sede di contrattazione integrativa presso l’Aran Sicilia.

Siamo ancora alle ipotesi, naturalmente, che si potranno realizzare se tutti i prossimi passaggi saranno rispettati e di fronte alla domanda di avanzare proposte per il “nuovo nuovo” ccrl 2019-2021 ci siamo trovati in difficoltà in quanto è difficile ipotizzare delle innovazioni rispetto a un contratto abbondantemente scaduto senza ancora essere entrato in vigore.

Nonostante ciò abbiamo fatto presente che ci confronteremo con i nostri iscritti per acquisire ogni utile suggerimento da proporre per un “nuovo nuovo” contratto.

Ci siamo limitati ad anticipare che riteniamo necessario individuare dei meccanismi di copertura di tutte le postazioni dirigenziali senza fare ricorso all’interim, sia che si tratti di incarichi di dirigente generale sia di dirigente di strutture intermedie, e nel caso in cui si dovesse ricorrere all’interim questo va adeguatamente remunerato in termini di indennità variabile e non soltanto di risultato.

Abbiamo inoltre rappresentato che le indennità di parte fissa e di parte variabile devon essere rivisitate, così come va prevista la possibilità che incarichi di tipo professionale possano essere remunerati alla stregua degli incarichi gestionali e non considerati incarichi residuali.

Abbiamo infine affermato che non vorremmo soltanto discutere di aspetti economici e normativi e che a un tavolo di confronto ad hoc vorremmo confrontarci su un progetto di Regione, di come e cosa dovrà fare, da oggi al 2030, per non andare troppo in là nel tempo. Un orizzonte temporale entro il quale moltissimi dirigenti saranno già in quiescenza ma che prima di allora vorrebbero contribuire a buttare le basi per una nuova Regione anche perchè da oggi ad allora altre riorganizzazioni interverranno e queste non devono consistere in un mero taglio di postazioni ma indirizzate a un reale efficientamento della macchina amministrativa.

Per garbo istituzionale vogliamo credere alle parole dei nostri interlocutori e chiediamo a voi di segnalare ogni aspetto che riterrete utile che venga inserito nel “nuovo nuovo” ccrl 2019-2021.

Resta il fatto che “Il contratto è un diritto” e a oggi questo diritto ci è stato negato, unico comparto a livello nazionale.

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Il contratto è un diritto, di Paolo Luparello

Giugno 13, 2021 in Post ad hoc da fedro

Da quando è ripartita la stagione contrattuale che dopo 10 anni di blocco a livello nazionale ha portato alla sottoscrizione dei contratti collettivi 2016-2018 di tutte le categorie di lavoratori della P.A. di tutta Italia, abbiamo pressato Governo regionale e Aran Sicilia per dare un contratto alla dirigenza regionale, così come già fatto per il comparto non dirigenziale della stessa Regione Siciliana. Abbiamo dovuto attendere il completamento dell’iter di approvazione del ccrl del comparto non dirigenziale, alla fine del 2019 abbiamo finalmente sottoscritto l’ipotesi di contratto della dirigenza. Da allora ci sono voluti mesi prima che l’ipotesi di contratto venisse deliberato dalla Giunta di governo per l’invio alla Corte dei Conti e poi ci sono voluti tanti altri mesi prima che detta ipotesi venisse realmente inviata alla Corte dei Conti. Alla Corte dei Conti ci sono volute poche settimane per restituire l’ipotesi di contratto, non registrato, con una serie di osservazioni che a oggi, dopo diversi mesi, non hanno trovato risposta da parte dell’Aran Sicilia e dai dipartimenti direttamente coinvolti (Funzione pubblica e Ragioneria Generale).

Dopo la parifica del rendiconto della Regione per l’esercizio finanziario 2019 che verosimilmente avverrà il prossimo 18 giugno, sembra che il ccrl della dirigenza sarà ritrasmesso alla Corte dei Conti con le risposte alle osservazioni della Corte.

Entro il 2021 avremo finalmente l’esigibilità del nostro sacro santo contratto 2016-2018, dopo solo 2 anni dalla sua prima sottoscrizione?

Siamo troppo stanchi e vogliamo credere a questa ulteriore “promessa”, ma nel frattempo vediamo di trovare un modo per rendere evidente la nostra stanchezza … durante il nostro lavoro teniamo al collo un collarino con un semplice messaggio “Il contratto è un diritto”. Un modo garbato per ricordare a tutti coloro con i quali verremo a contatto (a debita distanza) che siamo ancora in attesa di un nostro diritto!

Sappiamo benissimo con quale puntualità il Governo in tutte le sue ramificazioni (assessori, uffici di gabinetto, dirigenti generali, e altri) ci ricorda di essere puntuali e veloci nell’esitare gli atti di nostra competenza, anche se sanno della carenza di risorse umane, strumentali e finanziarie che interessano la gran parte degli uffici regionali, proviamo a ricordare loro che noi aspettiamo un atto che necessita soltanto di buona volontà … “Il contratto è un diritto!”

I dirigenti non siamo rimasti moltissimi, meno di mille, ma vediamo di farci vedere fisicamente e sui social … condividete questo post, indossate tutti i giorni il collarino e postate una vostra foto sui social “Il contratto è un diritto!”

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Speriamo che il PRRR non si trasformi da piano di ripresa in una pernacchia!, di Paolo Luparello, del 29 novembre 2020

Novembre 29, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Speriamo che il PRRR non si trasformi da piano di ripresa in una pernacchia! 

Il 19 novembre 2020 la Giunta regionale della Regione siciliana ha apprezzato, con la deliberazione 550, il Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza.

Il nome è intrigante e la curiosità mi ha spinto a cercare di saperne di più.

In pratica il PRRR (che come acronimo non suona molto bene) è il piano con il quale la Regione avanza una serie di proposte progettuali per spendere la parte del Recovery Fund che spetterà (?) alla Sicilia, oltre il 9,56 % delle risorse, pari a circa 20 mld di € sui circa 209 mld di €, anche se nel documento allegato alla deliberazione la somma dei progetti raggruppati nelle sei missioni del programma ammonta a 26,4 mld di €.

Nonostante le linee guida fornite dalla cabina di regia nazionale, a leggere i progetti, che ci si appresta a definire nel dettaglio,  non sembrano far parte di un programma organico ma piuttosto un insieme di idee, in alcuni casi magari più che idee, frutto dei desiderata dei diversi rami di amministrazione. Nella elaborazione del PRRR sembra che siano state coinvolte alcune grandi aziende nazionali presenti in Sicilia (Enel Italia S.p.A., Terna S.p.A. Ferrovie dello Stato italiane S.p.A. ed Eni S.p.A.) e i vari dipartimenti regionali. Nessuna traccia di un eventuale confronto con le parti sociali o con le organizzazioni di categoria ne con le stesse autonomie locali.

Non sappiamo quante risorse effettivamente arriveranno in Sicilia, ma indipendentemente dai progetti che alla fine vedranno la luce quello che mi domando è quale sarà il ruolo degli uffici dell’Amministrazione regionale e se in tempi brevi si penserà di dotare gli stessi delle professionalità che servono. Abbiamo alle spalle quasi 40 anni di programmazione di fondi comunitari e sappiamo come è andata fino a oggi, anche quando i dipendenti erano più di 20 mila. Chissà se qualcuno ha le idee chiare su come potremo affrontare il PRRR e il problema delle professionalità non riguarderà soltanto la Regione ma anche le amministrazioni locali regionali nel momento in cui saranno stazioni appaltanti.

Speriamo che il PRRR non si trasformi da piano di ripresa in una pernacchia!

Per leggere il PRRR clicca sul link che segue CLICCA QUI

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Si ricomincia … con la Cisl Fp Sicilia

Novembre 15, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Si ricomincia … con la Cisl Fp Sicilia

Il 13 novembre 2020, soltanto un paio di giorni fa, l’amico Paolo Montera, ma anche il segretario regionale della Cisl-Fp Sicilia, ha rinnovato gli incarichi all’interno della segreteria regionale.

Tra gli incaricati ha voluto inserire anche me e mi ha affidato il “Coordinamento politiche per la dirigenza pubblica”.

Colgo pubblicamente l’occasione per ringraziarlo dell’incarico che accetto volentieri e che ho deciso di assolvere con quanto più impegno possibile nell’interesse del sindacato e dei tanti colleghi dirigenti che continuano a darci la loro fiducia.

Non è una novità che fare sindacato è diventato sempre più difficile perché da un lato ci sono le legittime istanze dei lavoratori e dall’altro abbiamo una controparte datoriale che troppo spesso sfugge al confronto, anche quando questo è previsto dai contratti collettivi.

Il confronto è ricchezza, ma significa anche dover dare delle risposte, e la controparte quando non sa come rispondere, o ritiene di non dover rendere conto al sindacato, si fa reticente confidando nella onerosità degli strumenti che la costringono a rispondere.

Ma nonostante ciò voglio raccogliere l’invito di Paolo Montera e dei tanti amici che hanno continuato ad avere fiducia in noi.

La Cisl-Fp è una grande organizzazione, una organizzazione fatta grande dagli iscritti che ne condividono i valori e il cui contributo di idee ha permesso di raggiungere tanti risultati.

Ci attende una stagione difficile, ma con il contributo di tutti potremo raggiungere nuovi risultati e questo potrà avvenire se ogni dirigente sarà disposto a collaborare dedicando anche una piccola parte del proprio tempo, per elaborare una proposta, per commentare un documento, per partecipare a un evento, per confrontarsi sui vari temi che interessano la categoria.

Spero che in tanti rispondano a questo invito!

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E poi ci si lamenta dei burocrati!, del 7 novembre 2020

Novembre 7, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

E poi ci si lamenta dei burocrati!

Ci sono voluti circa 8 mesi al Governo regionale per ratificare la nomina del dirigente responsabile dell’Ufficio speciale immigrazione, il quale nel frattempo ha operato come se il suo incarico fosse stato assegnato dalla Giunta anziché con una disposizione dell’assessore regionale competente.

Questo si legge nella deliberazione 465 del 2020 “Ufficio speciale immigrazione. Assegnazione incarico di Dirigente responsabile ? Ratifica”

Per leggere la deliberazione clicclc sul link che segue http://www.regione.sicilia.it/…/N.465_26.10.2020.pdf

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Io non ho paura … sono solo un imbecille!

Novembre 1, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Io non ho paura di contagiarmi.

Io non ho paura di rientrare in quella piccola percentuale che ha necessità di ricorrere alle cure ospedaliere.

Io non ho paura di non trovare un letto in ospedale

Io non ho paura di contagiare i miei congiunti e contatti stretti.

Si vive una volta soltanto e se questo stava scritto da qualche parte che si compia il destino.

Dichiarazione di uno stronzo, o imbecille o di uno a cui la vita non riserva più nulla e quindi il Covid-19 è
– come sdraiarsi sui binari di un treno,
– come correre in auto controsenso in autostrada,
– come tuffarsi da una scogliera non conosciuta,
– come non sapere che cazzo fare della vita e quindi vai con la roulette russa del contagio.

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Alcune riflessioni sulla diffusione dei cretini, di Paolo Luparello

Ottobre 31, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Alcune riflessioni sulla diffusione dei cretini, di Paolo Luparello

Non siamo tutti uguali. 

Secondo alcuni ci sono persone che hanno diritto a dire la loro e altre che non devono fiatare, secondo il principio che se non “soffri come soffro io” non hai cognizione di causa e quindi devi solo tacere, trascurando il fatto che chi manifesta la propria opinione magari qualche cognizione di causa la ha ma non sta lì a raccontare i fatti propri. 

Ci sono pertanto persone, o gruppi di persone, che vorrebbero che tutto il mondo la pensasse come loro e che si adoperasse affinché il loro pensiero si traducesse in realtà. 

A queste persone o gruppi di persone non viene minimamente il dubbio che non tutti hanno le stesse sensibilità e che anche oggi le priorità di alcuni non sono quelle di altri.

Tanto per dirne una, molti oggi parlano di povertà dilagante, e chiedono conto e ragione al Governo (cosa che è giusto fare) come se fosse un fenomeno di oggi e magari ieri si scagliavano contro i sostenitori del reddito di cittadinanza, che potrà non piacere ma è un modo per aiutare chi non riesce a entrare nel mondo del lavoro.

Oggi sento parlare politici ed economisti di pandemia, virologi e infettivologi (di cui i più sconoscevano l’esistenza) di economia, uomini e donne della strada di tutto e di più anche se fino a ieri sui loro profili condividevano amenità di ogni genere, la più profonda delle quali riguardava chi doveva uscire dalla casa del Grande fratello.

Ben venga tutto ciò, ognuno dica la propria, ma questo non ci porti a pensare di essere depositari del verbo, perché fuori contesto ognuno di noi è destinato a fare la figura del cretino, e in giro sui social, e non soltanto, di cretini se ne leggono tanti.

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E’ possibile una Regione che funzioni? La mia proposta, di Paolo Luparello

Ottobre 25, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

E’ possibile una Regione che funzioni? La mia proposta, di Paolo Luparello

Il processo di riorganizzazione che per l’ennesima volta interesserà gli uffici della Regione Siciliana potrebbe essere l’occasione per capire come si vuole che funzioni il nostro ente regione.

Se l’unico obiettivo sarà quello di ridurre del 30 % gli uffici dirigenziali si tratta di un obiettivo minimale che da solo significherebbe soltanto che la Regione funziona già bene e che si devono soltanto accorpare un po’ di uffici.

Se invece si volesse fare un lavoro che mira realmente all’efficientamento  della macchina amministrativa, attraverso la realizzazione di economie di scala ove possibile, sarebbe opportuno che l’obiettivo della riduzione degli uffici fosse accompagnato da altri obiettivi quali:

  1. la creazione di aree interdipartimentali serventi tutti i dipartimenti e gli uffici speciali di ciascun rampo di amministrazione per
    1. la gestione dei flussi documentali, 
    2. la gestione dell’innovazione – dematerializzazione, digitalizzazione
    3. la gestione servizi comuni per il funzionamento degli uffici
    4. la tutela dati personali, 
    5. la sicurezza nei luoghi di lavoro, 
    6. amministrazione trasparente e anticorruzione, 
    7. monitoraggio e controllo fondi strutturali
    8. aggiornamento normativo
  2. creazione di servizi di coordinamento di tutte le materie a carattere trasversale all’interno del dipartimento
  1. relazioni sindacali e ciclo della performance
  2. analisi dei procedimenti/processi interni e omogenizzazione e standardizzazione 
  3. creazione di servizi di linea caratterizzati esclusivamente dalla trattazione di materie afferenti le competenze istituzionali del dipartimento o struttura equiparata

Una simile organizzazione permetterebbe di avere strutture simili in ogni assessorato e in ogni dipartimento in modo che si potrebbe utilizzare la specializzazione di determinate figure mettendole al servizio di strutture più ampie ed evitando di costringere tutti gli uffici dell’Amministrazione regionale a dover dedicare del tempo allo studio e alla attuazione di materie che esulano dalle competenze principali per le quali quegli uffici esistono.

In sede di elaborazione della proposta di riorganizzazione andrebbe declinata per ciascuna struttura la dotazione organica distinta per categoria di personale e l’elenco dei procedimenti/processi facenti capo alle stesse e la loro produzione quantomeno nell’ultimo anno.

Per i procedimenti/processi andrebbe indicato se si tratta di attività che vanno rese in presenza o se sono realizzabili attraverso il ricorso al lavoro agile.

Non sarà un lavoro che si potrà realizzare entro il 16 novembre 2020, forse, ma almeno potremmo finalmente avere una Regione che non sembra una armata Brancaleone ma una organizzazione che guarda al futuro e non soltanto agli interessi soggettivi del momento.

da fedro

Dica adesso, il Presidente, che Regione vuole!, di Paolo Luparello

Ottobre 24, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Dica adesso, il Presidente, che Regione vuole!, di Paolo Luparello

In questi giorni è partita l’ennesima riorganizzazione degli uffici dirigenziali della Regione Siciliana. Obiettivo, ridurre di un altro 30% le postazioni dirigenziali e portarle a un numero coerente con il numero dei dirigenti che saranno ancora in servizio dal 2021.

Il percorso di analisi e di proposta della riorganizzazione si dovrà concludere entro il prossimo 16 novembre per poi avviare tutto il processo di approvazione del regolamento che prevede anche l’acquisizione del parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa.

Anche questa volta ho la sensazione, più che una sensazione, che si tratterà di un esercizio ozioso in cui si proverà ad applicare un taglio lineare degli uffici e redistribuire, secondo la metodologia ad muzzum, le competenze degli uffici da sopprimere a quelli che residueranno.

Questa è l’occasione in cui il vertice politico dovrebbe esercitare la sua funzione di indirizzo e il Presidente dovrebbe essere coerente con le sue esternazioni di queste ultime settimane che lo hanno portato ad affermare l’inutilità di molto personale e probabilmente di tanti uffici nei quali lo stesso presta servizio.

Vedremo il ruolo che giocherà il Presidente in questa vitale partita per il funzionamento della Regione Siciliana.

Se il Presidente, o chi da lui delegato, avesse la pazienza di ascoltare “prima” le organizzazioni sindacali, scoprirebbe che prima di “riorganizzare” gli uffici “ad muzzum”, o in base a logiche assolutamente soggettive e miopi, potrebbe ricevere dei suggerimenti per ridurre le sacche di inefficienza e ottenere delle importanti economie di scala attraverso una utilizzazione migliore delle sempre più ridotte risorse a disposizione. 

Per esempio, attraverso, un maggiore ricorso alle aree per la trattazione di tutte le attività serventi i vari dipartimenti e uffici speciali di ciascun ramo di amministrazione, attraverso la creazione a livello infrassessoriale di uffici dedicati alla digitalizzazione e alla dematerializzazione dei processi e alla piena applicazione del codice dell’amministrazione digitale e alle linee guida discendenti (in ultimo a quelle pubblicate di recente sul documento informatico), e a tante altre materie che oggi sono necessarie affrontare in maniera coordinata e alleggerendo gli uffici di linea che dovrebbero essere invece pienamente dedicate alle attività per le quali tali uffici esistono.

Ecco, se il Presidente ci ascoltasse, scoprirebbe che nella Regione Siciliana ci sono ancora uomini e donne che non hanno perso la speranza e la voglia di guardare al futuro per una Regione al servizio della Sicilia e dei siciliani.

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Cosa è successo in Lombardia ai tempi del Covid-19?

Aprile 11, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Sono giorni tremendi.
Ogni giorno migliaia di nuovi contagi e centinaia di morti.
Presto saranno 20 mila le famiglie che avranno riportano uno o più lutti.
L’attenzione oggi è incentrata sugli interventi per la lotta all’epidemia e su cosa si dovrà fare per far ripartire il Paese quando ciò sarà possibile. L’attenzione è anche rivolta ad aiutare chi in queste settimane, che stanno diventando mesi, ha perso il lavoro, ha perso la propria fonte di reddito, non può contare sulla rete di solidarietà che fino a ieri era di aiuto.

Ma quando tutto questo sarà affrontato e si saranno date le giuste risposte che i cittadini si attendono, andrà fatta luce sulle modalità che hanno condotto a fare della Lombardia la regione con la maggior parte dei contagi e dei morti di tutta Italia, e finanche nel mondo.

Non si tratterà di chiedere conto e ragione all’esercito di uomini e donne che hanno fornito il proprio contributo nel sistema sanitario di quella regione affinché tanti uomini e donne colpiti dal virus ricevessero delle cure, ma si tratterà di capire cosa è successo nel sistema di gestione dell’emergenza che ha determinato l’esplosione dei contagi e i tanti lutti.

Cosa è successo in Lombardia?

Quello che è successo in Lombardia può ripetersi?

Con grande senso di responsabilità, oggi, il governo si sta occupando dell’Italia, nonostante le polemiche pretestuose di personaggi politici non all’altezza della situazione sia all’interno della maggioranza sia dell’opposizione, ma subito dopo, quando l’Italia si starà rimettendo in cammino, si dovrà indagare su cosa è successo in Lombardia.

#covid19_cosaèsuccessoinLombardia

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Prima di rivendicare cosa deve fare l’Europa per noi, cerchiamo di capire cosa ognuno di noi può fare per l’Italia! di Paolo Luparello

Aprile 10, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Prima di rivendicare cosa deve fare l’Europa per noi, cerchiamo di capire cosa ognuno di noi può fare per l’Italia!
di Paolo Luparello

— 
Mi pare di capire che in cima alle preoccupazioni di tanti non c’è il pericolo per se stessi e per i propri cari di contrarre il Covid-19 ma quello che ci attende sul piano dell’economia. 
Guardo i titoli degli articoli di giornale e in quelli italiani prevale la preoccupazione per le ricette che dovranno essere utilizzate per far ripartire la nostra economia, delle centinaia di morti che ogni giorno vengono mietute dal virus e dalle sue complicanze non sembra oramai più importare a molti, oramai sono statistiche.
Non c’è categoria che oggi non rivendichi qualcosa, tutti a fare la voce grossa.
Tutti a pretendere solidarietà dall’Europa e dal mondo intero, che stanno affrontando i nostri stessi problemi.
Perchè dovrebbero essere solidali con noi?
Per le nostre vittime? Certamente. 
Ma perchè questo si deve tradurre in un assegno firmato in bianco a un popolo che sta dando l’impressione che con la scusa del Covid-19 e del suo tributo di vittime voglia rimettere a posto i propri conti?
Ci sono interventi che è giusto fare, a partire dal dare subito risposte a chi si trova in condizioni di bisogno, dal potenziare il sistema sanitario impegnato nell’emergenza, dall’approvvigionare tutta la popolazione dei dispositivi necessari per la protezione individuale (per intenderci, mascherine, guanti, tute, disinfettanti).
C’è una Italia sana, fatta di volontariato e di istituzioni, che in queste settimane si è data da fare per raccogliere risorse e stare vicino a chi soffre e a chi ha paura.
E poi c’è la solita Italia fatta da chi in una tragedia vede soprattutto una opportunità, non dimentichiamo le esperienze dei terremoti e della gestione del post terremoto.
Questa Italia, quella delle “opportunità”, è fatta di furberie, di lavoro in nero, di elusione ed evasione fiscale, di connivenza con la malavita organizzata, di ricerca del consenso per poter gestire il potere e il fiume di denaro connesso con lo stare al governo.
Che brutta Italia rischia di prevalere, e credete che l’Europa non lo sappia?
Prima di gridare a una Europa matrigna facciamoci un esame di coscienza, se oggi non fossimo nell’Euro cosa varrebbe il nostro debito pubblico, i nostri risparmi, chi pagherebbe le nostre pensioni?
Prima di rivendicare cosa deve fare l’Europa per noi, cerchiamo di capire cosa ognuno di noi può fare per l’Italia!

da fedro

Diario di Fedro, 23 marzo Covid-19 … o della morte

Marzo 23, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

Sto provando la stessa sensazione che provai quando partii per il servizio di leva, ma a quel tempo non c’era in gioco la mia vita e quella dei miei cari. Mi sento in mezzo a un guado e le rive sono lontanissime, non si vedono più.

E’ una sensazione tremenda.

La notizia di un parente entrato in terapia intensiva, intubato, piomba con il fragore di un tuono. Il virus non è più soltanto una notizia, il virus è entrato nella nostra famiglia, non colpisce uomini e donne indistinti, colpisce una persona che fa parte della nostra vita.

Penso a quante migliaia di persone in questi giorni hanno vissuto e stanno vivendo dei drammi. Persone che non hanno avuto il tempo di un ultimo saluto.

Un ultimo saluto.

Un ultimo bacio.

Un ultimo abbraccio.

Un’ultima cena nel locale preferito.

Un’ultima passeggiata nel giardino a mare.

Un ultimo caffè da Stagnitta.

Un’ultima “brioscia” da Latteria.

Un’ultima acchianata.

Un’ultima corsa.

Un ultimo libro.

Un’ultima riga nel diario segreto.

Un’ultimo post.

Un’ultima parola senza la maschera della convenzione.

Non credo che nessuno arrivi preparato alla morte.

Per quanto sulla vita dell’uomo aleggi il pensiero della morte fin dall’infanzia, mai come in questo frangente quella che sembrava una paura lontana si sta trasformando nell’ombra di ciascuno di noi.

Ho paura.

Ma di cosa ho paura?

Ho paura di soffrire?

Ho paura del non riuscire a respirare?

Ho paura che non ci sarà posto per me in un ospedale?

Non devo avere paura.

Finché io sarò vivo non ci sarà la morte, e quando ci sarà la morte io non ci sarò più.

Me lo ripeto spesso, io non devo avere paura.

E non c’è più tempo per i rimpianti … quello che non ho fatto fino a oggi sarebbe soltanto un ricordo.

Comunque andrà, questa partita a dadi ci segnerà.

da fedro

Diario di Fedro, 22 marzo Covid-19

Marzo 22, 2020 in Post ad hoc, Prima Pagina da fedro

La città sembra ferma. Solo qualche imposta aperta dà una parvenza di vita all’interno di qualche abitazione. Nessun rumore. L’acufene riesce a sovrastare tutto come se anziché essere al mezzodì fossimo a notte inoltrata. Riscopro piccoli piaceri. Temevo che l’isolamento potesse far esplodere una fame nervosa. Invece no, riesco a rispettare quel minimo di tabella che mi sono dato e non faccio nemmeno fatica.

Sono al settimo giorno di isolamento. Il mio non è un isolamento stretto, devo continuare ad andare a lavorare, ma il numero di persone che incontro in presenza sono oramai ridotte al lumicino, le strette necessarie, tutte le altre, fortunatamente lavorano da casa.

Sto bene con me stesso, lo pensavo anche prima del Covid-19, ma adesso ne sto avendo la prova, anche se giorno dopo giorno sarà come avventurarsi in un territorio sconosciuto. Sarà un modo per conoscermi meglio.

Le emozioni che provo a seguito della notizie che giungono sono tante e mi spingono a scrivere e a interagire tramite i social. Ogni tanto mando qualche messaggio alla mia rete di contatti, è aumentato il numero di risposte, segno che non sono soltanto io a provare certe emozioni. Certe risposte mi toccano il cuore. Avverti l’ansia. l’angoscia, anche la solidarietà.

Domani inizierà una nuova settimana. Aspetteremo il famoso picco, con il suo carico di nuovi abbandoni. Si vive alla giornata.

Non mi manca nulla, ma non perchè ho tutto ma perchè sono abituato a non avere nulla!

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